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L’idea di far pagare le tasse ai robot che sostituiscono gli umani

In un futuro sempre più dominato dall’intelligenza artificiale chi pagherà le tasse se l’uomo lavorerà meno? Per Massimiliano Garri, CIIO di Acea, la soluzione potrebbe arrivare dalla blockchain

di Fabrizio Arnhold 30 Novembre 2019 15:00
financialounge -  Agnelli blockchain criptovalute intelligenza artificiale robot tasse #

Ogni essere umano che lavora, in un ufficio o in fabbrica, deve pagare le tasse sul suo stipendio lordo. Perché se un robot svolge gli stessi compiti, non deve pagare un centesimo? Così potrebbe sembrare una provocazione bella e buona, ma l’idea l’aveva già lanciata Bill Gates in passato. E oggi se ne torna a discutere, grazie alla proposta di Massimiliano Garri, Chief Information & Innovation Officer di Acea, che sta alimentando il dibattito su Linkedin. 

LA PROPOSTA DI TASSARE I ROBOT


L’esattore fiscale delle intelligenze artificiali potrebbe diventare la blockchain. I robot, in futuro, faranno sempre più lavori che oggi sono svolti dall’uomo, producono reddito ma non consumano, e non portano alcun valore aggiunto alla società. Il danno, quindi, non starebbe tanto nella privazione del lavoro da parte dell’intelligenza artificiale nei confronti dell’uomo, bensì dal mancato gettito per l’Erario. 

IL RISCHIO PIÙ GRANDE


La proposta di Garri potrebbe suonare anche come un allarme. “Con l’aumento della popolazione da un lato e la perdita di lavoro dall’altra chi continuerà a generare valore?”, si chiede il CIIO di Acea. Questione da non sottovalutare perché il manager, nel suo intervento su Linkedin, spiega come nel 2030 - secondo una ricerca dell’Università di Oxford -, circa 2 miliardi di persone lavoreranno e altri 6,5 miliardi di persone dovranno essere sostenuti dal sistema economico. 

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LE TASSE E IL RUOLO DELLA BLOCKCHAIN


Si discute ormai da diverso tempo sull’eventualità di tassare i produttori di robot e le aziende che li utilizzano. Se sfrutti un vantaggio per aumentare la produttività, risparmiando sui costi del lavoro umano, devi pagare pegno. Forse la semplificazione è eccessiva, ma rende l’idea. E qui entrano in gioco le criptovalute “che si basano sull’utilizzo di potenza di elaborazione per mantenere viva la “chain” e per creare valore”, scrive Garri nel suo post su Linkedin. Questo punto potrebbe mettere in contatto i due mondi, quello dell’uomo e quello del robot.

UN NUOVO MODELLO DI MINING 


Si ipotizza “un modello di mining dedicato e basato sull’ottimizzazione della capacità delle macchine (gli strumenti sono molti e potrebbero essere integrati direttamente nei chip: premptive multitasking, predictive branch, ecc). In questo modo senza perdere l’efficienza si potrebbe iniziare a generare un nuovo valore che potrebbe essere distribuito automaticamente grazie agli smart contract evitando così i costi di strutture centrali di gestione”, si legge nel post social. Una nuova visione di futuro, tecnologico ma più equilibrato, che stimola ulteriori riflessioni. 
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