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Risparmio, 5 italiani su 100 optano per la gestione “fai da te”

I risultati della ricerca Demia confermano che i consulenti guidano le scelte degli italiani in materia di risparmio, ma il livello di competenza rimane fondamentale

di Redazione 4 Aprile 2019 12:16

I consulenti finanziari si confermano punto di riferimento per i risparmiatori italiani ma rimane una “sacca” da conquistare: quella dei risparmiatori “fai da te”, che vale il 5,1% del totale per un numero complessivo di 1,62 milioni di persone. E’ quanto emerge da uno studio curato dall’Istituto Demia per conto di Assogestioni presentato durante il Salone del Risparmio.

IL CAMPIONE


Lo studio ha preso in analisi un campione rappresentativo di 1.050 risparmiatori in possesso di un patrimonio mobiliare investito o investibile di almeno 30.000€, ovvero il 34,6% della popolazione del target 35-74 anni, e un campione di consulenti bancari e finanziari operanti in Italia. Nell’indagine sono state raccolte anche le risposte degli ex fai da te (rappresentativi di 1,91 milioni di persone), risparmiatori che, nella quasi totalità, hanno scelto nuovamente la consulenza in seguito a minusvalenze importanti, e coloro che non lo sono mai stati, ovvero persone che affidano da sempre la gestione del patrimonio ad uno o più consulenti.

TEMPO A DISPOSIZIONE


Questa fetta di risparmiatori che vale il 5,1% del totale dedica molto tempo ad attività come selezione dei prodotti, timing di acquisto, vendita o switch e dichiara di avere una buona conoscenza della materia economico-finanziaria, una grande fiducia nella propria preparazione e competenza e una buona capacità di controllo delle emozioni, che consente loro di affrontare anche prodotti ad alto profilo di rischio.

LE MOTIVAZIONI


Il 53% dei “fai da te” dichiara che il piacere di seguire personalmente i propri investimenti, unitamente alla propria dimestichezza tecnologica verso App o internet banking (36%) e alle personali conoscenze in materia (33%), sono tra le principali motivazioni che li spinge a gestire da solo i propri risparmi. Inoltre, il 46% dei risparmiatori fai da te intervistati attribuisce alle nuove normative come Mifid2 un ulteriore aggravio di burocrazia, già motivo di stimolo al fai da te. Motivazioni che si ribaltano per coloro che, invece, si affidano a un consulente: per il 42% dei rispondenti sono le insufficienti conoscenze in materia unite alla percezione della complessità dei mercati che richiedono conoscenza e costanza (34%) i motivi principali per affidare a un consulente per i propri risparmi.

In Italia cresce la voglia di educazione finanziaria


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I PENTITI DEL FAI DA TE


Tra gli ex risparmiatori fai da te: il 49% dichiara che i mercati sono sempre più complessi e che è necessario avere a fianco un esperto, il 32% sostiene di non essere in grado di calcolare in modo adeguato i rischi e, tra le risposte più referenziate, il 24% riconosce alla consulenza un valore aggiunto anche a fronte di un costo da sostenere.

COMPETENZA IN PRIMO PIANO


La competenza, tuttavia, risulta tra le principali leve potenziali per riavvicinare alla consulenza i fai da te: il 42% dichiara che potrebbe riconsiderarla qualora si rendesse conto di non essere abbastanza esperto, o se dovesse scegliere di investire in mercati sconosciuti (37%). A seguire vengono indicate la mancanza di tempo per dedicarsi al fai da te (25%), la necessità di pianificare nel medio-lungo periodo con gli strumenti più adatti (23%), le eventuali minusvalenze registrate (22%).

IL PUNTO DI VISTA DEI CONSULENTI


Dalla prospettiva opposta, i consulenti bancari e finanziari, interrogati sulla fotografia emersa dalla ricerca, confermano per il 64%, che un risparmiatore fai da te potrebbe decidere di affidarsi ad un consulente perché si rende conto di non essere abbastanza competente e aggiornato per continuare da solo, e per il 46% per poter pianificare nel medio-lungo periodo con gli strumenti più adatti. Secondo il 45% dei consulenti, inoltre, il risparmiatore “fai da te” ricontatta il professionista dopo aver subito delle perdite e per il 34% per scegliere prodotti o investire in mercati che non conosce.
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