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Il voto riaccende i riflettori sulle banche italiane

Osservate speciali dopo le elezioni europee, le banche italiane potrebbero dare il via a una stagione di sorprese. Non necessariamente negative

di Chiara Merico 30 Maggio 2019 11:53

Il voto europeo ha riacceso i riflettori sull’Italia, tornata al centro delle preoccupazioni di investitori e addetti ai lavori. Il principale problema riguarda i rapporti tra il governo di Roma – in cui la Lega del vicepremier Matteo Salvini, dopo la prova elettorale, rivendica maggior peso decisionale – e le nuove istituzioni europee. Rapporti che già si preannunciano non facili, viste le dichiarazioni dello stesso Salvini sulla necessità di ridiscutere i parametri di Maastricht.

INVESTITORI PRUDENTI


Come notano Brard, Borowski, Elmgreen e Perrier, senior economist di Amundi, “in Italia la pressione per maggiori stimoli fiscali probabilmente metterà sotto stress gli spread dei Btp (e le banche) e aumenterà la volatilità. Anche se non riteniamo che ciò sia una grave minaccia nel breve periodo, perché l'Italia e l'Unione Europea potrebbero trovare un accordo su un orientamento fiscale più flessibile, preferiamo adottare un atteggiamento prudente per il momento”, aggiungono gli esperti.

VULNERABILI ALLO SPREAD


Le banche italiane sono sensibili all’andamento dello spread perché hanno la “pancia” piena di titoli di Stato. Una tendenza che si è rafforzata nell’ultimo periodo, come ha fatto sapere la stessa Bce. Nel rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria, il Financial Stability Review (FSR), l’Eurotower ha infatti precisato come la presenza di titoli di debito sovrano nazionale nei portafogli delle banche sia rimasta elevata, o addirittura aumentata dall’inizio del 2018 in alcuni Paesi, tra cui Italia e Portogallo. Ciò significa che alcune banche, in termini di capitali, “rimangono vulnerabili a un improvviso aumento dei premi di rischio” (spread e tassi sui Btp).

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RIPARTE IL RISIKO?


Tuttavia, l’andamento dello spread non è l’unica conseguenza del voto che potrebbe avere ripercussioni sulle banche italiane. Come ha sottolineato La Repubblica, in Italia la perdita di influenza dei Cinquestelle a favore della Lega potrebbe riaprire il dossier sulle fusioni. Al centro dei giochi ci sono innanzitutto Carige e Mps: la prima in estate dovrà trovare un acquirente privato, o sarà nazionalizzata e potrebbe essere accorpata alla banca senese. Alla quale sarebbe interessata anche Ubi, pur con qualche perplessità.

UNA NUOVA STAGIONE


Altre mosse potrebbero riguardare Banco Bpm e Bper: quest’ultima sarebbe nel mirino di Unipol, che sarebbe pronta a salire al 20% diventando così il maggior investitore industriale nelle banche italiane. Ma il gruppo guidato da Carlo Cimbri, secondo le ricostruzioni, non disdegnerebbe nemmeno Banco Bpm. Per gli istituti italiani, insomma, il voto apre una stagione nuova, che non necessariamente deve essere caratterizzata da cattive notizie.

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IL RUOLO DELLA BCE


Senza dimenticare che a tirare le fila sarà sempre la Banca centrale europea, nell’ambito della quale l’italiano Andrea Enria ricopre il ruolo di capo della vigilanza bancaria. Un ruolo cruciale anche e soprattutto alla luce del cambio della guardia in vista all’Eurotower: con l’addio di Mario Draghi sarà fondamentale comprendere chi sarà il successore – forse il tedesco Weidmann? – e come si porrà nei confronti del tema delle fusioni, un argomento "caldo" non solo per il futuro delle banche italiane.
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