Chi ha avuto paura della recessione ci ha rimesso il 60%

È dalla crisi del 2008 che le previsioni di recessione in arrivo e di nuovo crollo del mercato azionario sono uno degli esercizi preferiti di molti presunti guru di Wall Street. Solo per essere poi puntualmente smentite dai fatti, come le fibrillazioni della scorsa estate causate dall’inversione della curva dei tassi americani, che avrebbe dovuto segnalare una recessione in arrivo. I dati macro, le trimestrali migliori delle attese e Wall Street a nuovi record hanno provveduto a smentire le cassandre.

SULLE PREVISIONI APOCALITTICHE NON SI SONO RISPARMIATI GURU DAI NOMI IMPORTANTI

Ora Michael Cembalest, chairman di market and investment strategy per J.P. Morgan Asset Management, si è divertito a raccogliere le previsioni apocalittiche formulate da una serie di commentatori, con nomi anche importanti, come quelli di George Soros, Jeffrey Gundlach e Carl Icahn, insieme al premio Nobel e commentatore del New York Times Paul Krugman. Cembalest, come riportano Market Watch e Wealth Manager, è poi andato a calcolare le conseguenze per chi avesse deciso, proprio spaventato da queste previsioni, di spostarsi dallo S&P 500 ai bond, prendendo come riferimento il Barclays Aggregate Bond Index.

UN MANCATO GUADAGNO FINO AL 60% PER CHI HA CREDUTO ALLA CATASTROFE IN ARRIVO

La conclusione è cifrata in una perdita, anzi per essere più precisi in un mancato guadagno, fino al 60% per ogni dollaro spostato da Wall Street all’obbligazionario. Prima o poi una recessione dovrà sicuramente arrivare, è la legge dei grandi numeri. Ma Cembalest sottolinea che avrebbe dovuto essere veramente devastante per compensare la scelta di spostare l’investimento e coprire il mancato guadagno conseguente. Per compensare le opportunità perse nella realtà del mercato ci sarebbe voluto un mercato Orso della durata di diversi anni, con crolli del 35%-45% dai picchi.

QUANDO ARRIVERÀ LA RECESSIONE NON SARÀ PER FORZA DEVASTANTE

E secondo l’esperto di JP Morgan AM, anche se e quando arriverà, la recessione non sarà poi così brutta come quella dipinta nelle previsioni apocalittiche dei guru. Questo anche in considerazione degli elevati livelli di capitale delle banche americane e europee, della situazione finanziaria sostanzialmente solida dei bilanci delle famiglie, dei livelli incrementati di riserve valutarie nei mercati emergenti, e infine del basso livello di emissione di nuove azioni sul mercato americano.