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Rallentano gli utili a Wall Street, ma non sarà earning recession

Nel quarto trimestre 2018 la crescita ha rallentato ma è rimasta a due cifre, mentre per il primo del 2019 è atteso il segno meno. Per gli analisti di Wall Street però sarà un calo temporaneo, gli utili torneranno a salire.

26 Febbraio 2019 07:00

A Wall Street la stagione delle trimestrali è praticamente chiusa, qualche giorno fa ha pubblicato i risultati del quarto trimestre 2018 l’ultimo big, Walmart, e ormai oltre il 90% delle società che compongono lo S&P 500 ha rilasciato i numeri di utili e fatturato. La crescita media degli utili si è cifrata in un +13,1%, un passo rallentato a quasi metà velocità rispetto al 21,7% messo a segno nel terzo trimestre dell’anno scorso ma comunque il quinto trimestre consecutivo di crescita a due cifre.

IL CONSUNTIVO DEL 2018


Per l’intero 2018, la crescita degli utili è stata del 20% e quella del fatturato dell’8,8%. Il 61% delle trimestrali ha registrato sorprese positive battendo le stime sul fatturato e ben il 69% ha battuto quelle sugli utili. Il rapporto tra prezzi di Borsa e utili attesi a 12 mesi, calcolati sulla base di questi dati dagli analisti di Wall Street, è di 16,2 volte: sotto la media degli ultimi 5 anni che si colloca a 16,4 volte, ma sopra quella a 10 anni situata a 14,7 volte.

ATTESO IL SEGNO MENO MA SOLO PER UN TRIMESTRE


Nel 2019 è atteso un rallentamento, di pari passo con quello dell’economia. Si è parlato parecchio di una possibile recessione degli utili in arrivo, vale a dire due o più trimestri consecutivi di profitti in calo anno su anno. Ma le più recenti stime degli analisti di Wall Street per ora non la vedono, e indicano il segno meno solo per il primo trimestre, i cui risultati cominceranno a uscire verso metà aprile, dopo di che tornerà la crescita per tutto il resto del 2019, anche se a una sola cifra.

LE STIME PER IL 2019


Nel dettaglio, il consensus punta a un -2,7% per gli utili ma con un aumento del fatturato del 5,2% nel primo trimestre, di un aumento di entrambi rispettivamente dello 0,7% e del 4,7% nel secondo, di un’accelerazione degli utili a +2,2% con fatturati in aumento del 4,5% nel terzo, per chiudere il quarto con utili che prendono velocità all’8,8% su un fatturato in crescita del 5,4%. Per l’intero 2019 le stime puntano a +4,5% per gli utili e a +4,9% per il fatturato. Un bel rallentamento ma pur sempre una crescita.

Per Wall Street è stato il miglior inizio d’anno dal 1987


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MERCATO IPERCOMPRATO, NON PER FORZA PERICOLOSO


Venerdì 22 febbraio Dow, Nasdaq Russell 2000 archiviavano nove settimane di fila in rialzo, con lo S&P 500 fermo a otto, ma a conclusione di un rally di oltre il 17%. Performance conseguite nonostante la lunga lista di incertezze che pesano sul mercato, dalla guerra dei dazi, alla Brexit, fino a una serie di dati macro non positivi, come quello recente sulle vendite al dettaglio USA. Alla luce anche delle trimestrali e delle attese sugli utili degli analisti, siamo di fronte chiaramente a un mercato ipercomprato, secondo alcune stime di circa il 70%. Così come la linea di demarcazione tra titoli che avanzano e quelli che arretrano, che segna un massimo storico. E’ chiaro che il mercato, soprattutto quella parte che vive di trading, guardi ora con una certa ossessione gli indicatori tecnici, a cominciare dalla media mobile a 200 giorni. Mercato ipercomprato non vuol dire che sia sull’orlo dell’abisso e che gli Orsi stiano per fare una carneficina di Tori. Magari è forse solo arrivato il momento di prendersi una salutare pausa. Il che potrebbe voler dire un mercato magari pronto a ignorare le buone notizie, come un accordo commerciale Trump-Xi, come finora ha ignorato le cattive.
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