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Quello che bisogna sapere sui bond emergenti in valuta estera

15 Dicembre 2014 16:00
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In questi giorni all’interno dei principali quotidiani italiani campeggia a tutta pagina la pubblicità di due emissioni obbligazionarie: una, della durata di quattro anni denominata in peso messicano, che paga una cedola annua lorda del 3,75% e un’altra, biennale nel real brasiliano, che liquida ogni 12 mesi un coupon addirittura del 10%.
Si tratta di due bond molto allettanti per i risparmiatori italiani orfani dei titoli di stato italiani ad alta cedola: basti ricordare che oggi il ctz a 24 mesi riconosce un misero 0,60% all’anno e il btp scadenza 1.12.2018 ha un rendimento di un punto percentuale.

Tuttavia, se queste emissioni possono esercitare un forte appeal per chi è alla disperata ricerca di reddito, è indispensabile fare alcune riflessioni prima di sottoscriverli. La prima delle quali è ovviamente legata al fatto che si tratta di bond in valuta estera e, più precisamente, in divise di paesi emergenti: rispettivamente il Messico e il Brasile. Pertanto, il risparmiatore deve mettere nel dovuto conto che durante il periodo di possesso dei titoli subirà gli impatti del cambio euro/peso messicano (mxn) e euro/real brasiliano (brl).
Secondo un recente studio del Global Currency Research Team di Morgan Stanley Research il cambio euro/mxn dovrebbe rimanere stabile nei prossimi 12 mesi o, al massimo, registrare una perdita di un punto percentuale a favore delle divisa europea: se così fosse, il rendimento nei primi 12 mesi, del bond in peso messicano, dovrebbe fruttare un 2,75% lordo.
Nel caso invece del real brasiliano, l’euro dovrebbe apprezzarsi, sempre in base alle previsioni degli esperti valutari di Morgan Stanley Research, di tre punti percentuali: il rendimento del bond in real brasiliani sarebbe pertanto, al primo anno, pari al 7% lordo.

Il problema però è che si tratta di previsioni e inoltre che si estendono al solo primo anno di possesso dei due titoli. Inoltre, il continuo ribasso del prezzo del petrolio potrebbe scompaginare il valore delle divise dei due paesi che sono tra i maggiori esportatori di greggio. Ragioni che sconsigliano di investire in questi due bond e di preferire o un buon fondo obbligazionario paesi emergenti specializzato in titoli in valute locali (se si aspira a un rendimento maggiore, pari mediamente al 7% circa, ma senza copertura del rischio di cambio), oppure a un buon comparto obbligazionario emerging markets in valuta forte (che a fronte di un rendimento del 5,5% circa, copre il rischio di cambio).
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