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Private banking, i grandi patrimoni possono contribuire allo sviluppo del paese

Dalla ricerca sul valore sociale del Private banking, commissionata da AIPB al Censis, emerge il ruolo che i professionisti sono in grado di svolgere per il paese

14 Novembre 2018 16:23
financialounge -  AIPB censis Fabio Innocenzi private banking

Per il 70% dei detentori di grandi ricchezze finanziarie, gli investimenti devono avere ricadute positive su occupazione e redditi. E’ una delle evidenze emerse dalla ricerca “Contribuire al rilancio dello sviluppo italiano: il valore sociale del Private Banking” che l’AIPB, l’Associazione Italiana Private Banking ha commissionato al Censis. Una ricerca che verrà presentata nel dettaglio durante il XIV Forum del Private Banking 2018 che si terrà il 16 novembre presso Borsa Italiana.

IMPATTO POSITIVO


Gli operatori del Private Banking sono convinti che un’efficiente ed efficace gestione delle scelte finanziarie della clientela possa e debba avere un impatto positivo anche per il Paese; se questo ruolo propulsivo dei patrimoni delle famiglie benestanti fosse collettivamente riconosciuto, troverebbe un terreno ancor più favorevole al suo consolidamento, aiutando i decision maker nel disegno di politiche volte a favorirne lo sviluppo e a rafforzarne il ruolo.

RICCHEZZA COME OPPORTUNITA’


Oltre ai detentori di grandi patrimoni, la ricerca ha coinvolto un campione di mille italiani. La maggioranza degli intervistati in questo campione è convinta che chi investe la ricchezza che possiede moltiplica le opportunità per tutti, perché i patrimoni finanziari sono una vera risorsa, e non sostanze sottratte egoisticamente alla collettività. Il 52,4% degli italiani definisce la ricchezza come una opportunità per l’Italia, se si stimola chi la detiene a investirla bene. Il 25,1% invece la reputa inutile, perché pensa che i ricchi sono cittadini del mondo e portano altrove i soldi. Il 22,5% la ritiene poco meno di un furto ai danni della collettività, sottolineando l’egoismo dei ricchi.

PREOCCUPAZIONI DIVERSE


I detentori di grandi patrimoni sono meno preoccupati per il futuro del Paese rispetto al resto degli italiani: il 46,5% contro il 62,2%. Per il 73,5% dei detentori di grandi patrimoni l’investimento giusto deve generare valore anche per il proprio Paese, per il 70,4% deve avere ricadute positive su occupazione e redditi, per il 64,8% deve valorizzare i territori e le comunità di appartenenza, per il 59,5% deve essere socialmente responsabile, tutelare l’ambiente e favorire la qualità della vita delle persone. In questo quadro, il Private Banking gioca un ruolo decisivo perché, per due terzi dei detentori di grandi patrimoni, il Private Banker rappresenta la figura professionale di riferimento quando si tratta di prendere le decisioni di investimento.

PERCEZIONE POSITIVA DELLA RICCHEZZA


Se la ricchezza è ben vista dagli italiani quando si mobilita per lo sviluppo, il 79,6% reputa utili i professionisti che orientano i grandi patrimoni verso investimenti funzionali a favorire l’economia reale. Per l’89,1% i Private Banker sono utili perché possono mettere in movimento le risorse per la crescita, per l’88,1% lo sono perché possono orientare i patrimoni verso investimenti che creano occupazione, benefici sociali, e non solo altri soldi per chi li possiede. Oltre a far guadagnare i propri clienti, il Private Banking è utile se li orienta su investimenti da cui derivino benefici per la collettività. In ciò si esprime il valore sociale del Private Banker, anello di congiunzione tra le ricchezze Private, per le quali deve garantire un giusto rendimento, e gli impieghi a favore del sistema economico e sociale del Paese.

INNOCENZI: RUOLO ATTIVO DEL PRIVATE BANKING


“Il Rapporto - ha sottolineato Fabio Innocenzi, Presidente di Aipb - fornisce diversi stimoli all’industria del Private Banking su come svolgere un ruolo attivo di sostegno alla crescita del Paese, conciliandolo con l’obiettivo primario di protezione e sviluppo dei patrimoni affidati dalla clientela. Nell’analisi delle scelte di investimento della clientela Private, la ricerca restituisce la descrizione di un gruppo sociale che, in un quadro economico finanziario globale e con dinamiche professionali sempre più sovranazionali, esprime comunque un’attenzione al proprio Paese, di cui dobbiamo tenere conto.
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