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Prezzo/utili, il rapporto p/e giusto per Wall Street con i tassi al 3,2%

Con i tassi di interesse americani decisamente più alti rispetto a tre anni fa, rapporto p/e giusto per Wall Street avrebbe dovuto scendere molto e, con la correzione, lo ha fatto

15 Ottobre 2018 14:21

La correzione del mercato azionario americano che si è poi propagata sugli altri listini internazionali risulta essere perfettamente in linea con il brusco rialzo dei tassi del mercato obbligazionario statunitense. Scopriamo insieme perché. Uno dei parametri per misurare se un mercato azionario sia caro è quello di utilizzare il rapporto p/e (price earnings o prezzo / utili). In pratica si stabilisce quanto le attuali quotazioni di mercato stiano valutando i profitti aziendali. Più tale rapporto è basso più il mercato è conveniente e viceversa. Ma qual è la linea di demarcazione che rende il rapporto p/e giusto? Un metodo empirico è quello di basarsi sulla media storica del mercato: tanto più l’indice di Borsa ha una serie statistica lunga, tanto più questo confronto ha un certo significato.

CONSIDERARE I TASSI DI INTERESSE


Ma, a mano a mano che si vuole effettuare un’analisi più approfondita, è necessario considerare altre componenti a cominciare dal livello dei tassi di interesse, per il semplice fatto che il mercato obbligazionario fa concorrenza a quello azionario: è intuitivo che se i titoli di stato offrono un buon rendimento eserciteranno un’attrazione maggiore sugli investitori. Ed è proprio per questo che si stanno moltiplicando gli interrogativi degli investitori statunitensi.

FED, RIALZO DEI TASSI IN 3 ANNI DALLO 0,25% AL 2,25%


Gli alti rapporti di p/e di Wall Street erano giustificati dai bassi tassi di interesse ma ora che i tassi della Fed sono aumentati in modo significativo probabilmente tale rapporto non dovrebbe può essere tanto elevato. Questa riflessione è diventata ancora più pertinente sulla scia del rialzo dei tassi d'interesse della Federal Reserve di settembre, l'ottavo dalla fine del 2015. In quasi tre anni, il tasso dei Fed funds è passato dallo 0,25% all'attuale 2,25%; mentre il rendimento del Traasury decennale USA è più che raddoppiato portandosi oltre il 3% (venerdi scorso ha chiuso al 3,15%). Se i bassi tassi di interesse giustificavano un rapporto p/e più elevato, come hanno sostenuto i rialzisti di Borsa per gran parte dell'ultimo decennio, la coerenza richiederebbe loro di sostenere che il rapporto p/e dovrebbe ora essere inferiore rispetto alla fine del 2015.

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TUTTO DIPENDE DA COME IL MERCATO VALUTA IL LIVELLO DEGLI ATTUALI TASSI


A dicembre 2015, quando la Federal Reserve ha iniziato il suo attuale ciclo di rialzi dei tassi, il rapporto p/e si attestava a 16,0 (secondo FactSet, rapporto calcolato sulle stime degli utili nei successivi 12 mesi). A fine settembre il rapporto p/e comparabile era pari a 17,5. L'aumento tra il p/e del 2015 e quello attuale è stato persino più marcato in base al rapporto prezzo / guadagno corretto per il ciclo, o CAPE (il rapporto p/e messo a punto dal premio Nobel Robert Shiller): è infatti balzato da 26,0 (2015) a 33,2 (oggi). Ecco quindi che la correzione a Wall Street non ha fatto altro che pilotare il p/e intorno a 16 volte gli utili attesi nei prossimi 12 mesi, riportando le lancette della valutazione di Wall Street in linea con quelle di tre anni fa. Un eventuale ulteriore calo del mercato azionario dipenderà probabilmente da quanto il mercato reputa gli attuali tassi statunitensi già vicini al massimo del ciclo di rialzo.

IL P/E DELL’S&P500 FORNISCE UNA INDICAZIONE DI RENDIMENTO


E’ interessante comunque notare come il p/e corrente dell’indice S&P500 abbia fornito di solito negli ultimi 15 anni una indicazione di massima del rendimento annuo composto dell’indice nei successivi 10 anni. Per esempio nel giugno 2004, con l’indice S&p500 a quota 1.140 punti e con un p/e di 17,04 il rendimento atteso era del 5,87% (1/17,04): dopo 10 anni, nel giugno 2014, il guadagno effettivo sarebbe stato pari al 5,56% annuo composto (con l’indice &SP500 a quota 1.960 punti). Nel dicembre 2007, con l’indice S&P500 a quota 1.468 punti e con un p/e di 16,5, il rendimento a 10 anni atteso dall’investimento a Wall Street ammontava al 6,06% (1/16,50) mentre in realtà è stato pari al 6,21% con l’indice S&P500 a quota 2.682 punti a fine dicembre 2017.

RENDIMENTO ATTESO A 10 ANNI DEL 6,25%


Quindi, più che chiedersi quale sia il giusto p/e del mercato azionario in questo momento con questo specifico tasso di interesse, quel che conta per l’investitore è sapere che con un p/e corrente dello S&P500 a 16, il rendimento annuo stimabile a 10 anni di un investimento a Wall Street iniziato oggi dovrebbe aggirarsi intorno al 6,25% (1/16).
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