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Banca d'Italia

Politica monetaria, una questione di fiducia

Il fascino della moneta, il suo valore, la fiducia come elemento chiave del sistema economico e della politica monetaria: questi e altri gli argomenti al centro degli appuntamenti con “Incontri con la Banca d’Italia”

26 Novembre 2018 12:02

Come funziona la politica monetaria? Perché è importante poter contare su una moneta stabile? Quali sono le conseguenze di un’eventuale uscita dall’euro? A queste e ad altre domande è stata data risposta nella tappa romana di “Incontri con la Banca d’Italia” in tema di politica monetaria, che si è tenuta lunedì 19 novembre presso il centro convegni Carlo Azeglio Ciampi.

IL DUPLICE VALORE DELLA COMUNICAZIONE


Come ricordato in apertura sia da Luigi Mariani, Direttore della Sede di Roma di Banca d’Italia, che da Paola Ansuini, Responsabile della Comunicazione di Bankitalia, lo scopo di questo progetto itinerante è quello di far comprendere il ruolo della Banca d’Italia attraverso un dialogo aperto con i cittadini. Partita a settembre, l’iniziativa si articola su 4 temi: le statistiche per la ricerca economica, la stabilità del sistema economico-finanziario e la tutela dei clienti, l’innovazione nel sistema dei pagamenti, la politica monetaria. La comunicazione è un elemento chiave anche della moderna politica monetaria; si parla molto infatti di “forward guidance”, ovvero l’indicazione delle scelte future della banca centrale attraverso comunicazioni chiare ai mercati. Anche la BCE ha iniziato con il Presidente Draghi una sua politica di comunicazione in tal senso.

INCONTRI INTERATTIVI


Il dibattito sulla manovra di bilancio in corso di approvazione ha riportato in primo piano l’attenzione sulla politica monetaria e su temi come quantitative easing e spread. Un’attenzione riscontrata anche nella partecipazione del pubblico, composto in buona parte da giovani, grazie alle numerose domande arrivate attraverso l’applicazione per smartphone e tablet, messa a punto da Banca d’Italia per facilitare l’interazione tra gli esperti e i cittadini. L’app permette di partecipare a sondaggi live sui temi trattati, esprimere la propria valutazione sull’evento, votare le domande in modo da farle salire nella graduatoria di gradimento del pubblico.

[caption id="attachment_132574" align="alignnone" width="474"]Il pubblico presente all'incontro di Roma Il pubblico presente all'incontro di Roma[/caption]

I BENEFICI DELLA MONETA UNICA


Sono passati 20 anni dall’entrata in vigore dell’euro; un compleanno ricordato da Giuseppe Ferrero, del Servizio Congiuntura e politica monetaria di Banca d’Italia, che ha sottolineato l’importanza di avere una moneta unica, nonché il benessere che l’euro ha portato “in una società integrata, in cui si muovono liberamente beni e servizi”. Come ha detto Ferrero “la moneta unica ha ridotto i costi per le imprese, ha contribuito a migliorare la coesione e l’integrazione della società europea. La fiducia è alla base del valore della moneta e l’obiettivo della politica monetaria comune è proprio quello di preservare questa fiducia nell’euro, attraverso la salvaguardia della stabilità dei prezzi e il controllo dell’inflazione”.

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L’EFFETTO SUI MUTUI


“La moneta unica – ha ribadito Marcello Messori, Professore di Economia al Dipartimento di Scienze Politiche della LUISS e Direttore della LUISS School of European Political Economy – ha facilitato la vita di tutti noi. Per rendersene conto basta guardare ai tassi di mutui e prestiti, attualmente più bassi sia per le famiglie che per le imprese. Ma per proseguire su questa strada non bastano le regole, serve proprio la fiducia, oltre a un miglior coordinamento tra politica monetaria unica e politiche fiscali nazionali”.

IL RUOLO DELLA BANCA D’ITALIA


A soffermarsi sulla trasmissione e sugli strumenti della politica monetaria è stato Stefano Iacobelli, del Servizio Operazioni sui mercati di Banca d’Italia, che ha posto l’attenzione sul decentramento operativo, ricordando che sono le rispettive banche centrali – quindi nel nostro caso la Banca d’Italia – a effettuare le operazioni di acquisto e quindi a mettere in pratica le decisioni prese dalla BCE. Un’operatività che non si riduce solo all’esecuzione delle direttive, ma vede la Banca d’Italia impegnata anche nel fornire dati e studi che permettono alla Banca centrale europea di fare scelte ponderate e consapevoli, per raggiungere gli obiettivi di politica monetaria.

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GLI EFFETTI DI UNA POSSIBILE USCITA DALL’EURO


Nella parte finale dell’incontro – moderato dal Vice Direttore de Il Messaggero Osvaldo De Paolini – gli esperti hanno risposto alle domande formulate dal pubblico, a cominciare da quella più votata: “Cosa succede se l’Italia esce dall’euro?” “Sarebbe un vero e proprio disastro – ha affermato il professor Messori – che metterebbe a rischio il nostro sistema produttivo, con pesanti ricadute sul sistema dei pagamenti; a cominciare dal debito contratto in euro che saremmo costretti a ripagare in lire”. Ferrero ha aggiunto una riflessione sui rischi che comporterebbe un’inflazione più alta, che “colpirebbe le famiglie meno abbienti, ovvero quelle che usano la moneta come riserva di valore”. Ne sarebbe penalizzata anche la nostra industria, “ormai inserita in catene di produzione globali”, che quindi risentirebbe del crollo del potere di acquisto dovuto a una moneta nazionale svalutata rispetto all’euro.

APPUNTAMENTO A MILANO


Insomma, temi molto attuali e di sicuro interesse per i numerosi studenti presenti e i partecipanti all’evento di Roma. Temi di cui si parlerà anche nel prossimo appuntamento sulla politica monetaria che si terrà a Milano giovedì 29 novembre.
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