Più respiro e risorse per PMI e infrastrutture

Lo scorso giugno i capi di Stato dei 27 Paesi europei hanno deciso di aumentare le risorse a disposizione della Banca Europea degli Investimenti (Bei) incrementandone l’attività del 40% circa: tradotto in pratica, significa che gli investimenti annui attesi da parte della BEI saliranno dagli attuali 50 ai 70 miliardi. Ma dove saranno destinati i nuovi flussi d’investimento?

Saranno concentrati prevalentemente sulle piccole e medie imprese (Pmi) che lamentano un limitato accesso al credito bancario e sul finanziamento a lungo termine dei progetti nelle infrastrutture.

In particolare, fanno sapere i vertici della BEI, sarà riservata la massima attenzione agli investimenti infrastrutturali nei quali gli istituti di credito e gli stati mettono a disposizione meno denaro: ponti, autostrade, porti, aeroporti, trafori, corridoio ad alta comunicazione, banda larga, energia. Si tratta di un’opportunità unica per le Pmi italiane che la BEI giudica tra le più dinamiche sul mercato e alle quali, non a caso, destina circa il 25% dei prestiti annuali.

Le Pmi italiane, come peraltro tutte le altre del Vecchio Continente, dovranno tuttavia affrontare una sfida determinante per la loro stessa sopravvivenza nei prossimi anni: la competitività su scala globale. Per vincerla, dovranno intensificare non soltanto la capacità di individuare e conquistare nuove quote di mercato, soprattutto nei mercati emergenti più dinamici, ma aumentare, e in modo significativo, gli investimenti nell’innovazione, nell’alta tecnologia, nella ricerca e sviluppo, nella formazione.

La BEI, infatti, interviene con finanziamenti che coprono tra il 25% e il 40% del totale previsto dal progetto: i 180-200 miliardi di erogazioni della Banca Europea degli Investimenti previsti per il triennio 2013-2015 muoveranno infatti interventi per complessivi 600 miliardi.