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Banca Centrale Brasile

Per il Brasile si tratta solo di un pit stop

11 Luglio 2012 08:00
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È noto che il Brasile rappresenta la lettera B nell’acronimo BRIC (Brasile, Russia, India, Cina), cioè il club delle quattro economie emergenti più importanti. Il Paese, però, sembra entrato in una fase che può essere definita di crescita economica debole. Il Brasile, sta infatti sperimentando sfide economiche sempre più insidiose che ne minacciano la posizione concorrenziale a livello internazionale.

Nel 2011, la crescita del Brasile è scesa al 2,7% dopo aver raggiunto il 7,5% nel 2010. La sopravvalutazione del Real, la valuta brasiliana, la crisi dell’Eurozona, la mancanza di risorse umane adeguate nei campi dell’alta tecnologia e gli ostacoli all’importazione di materie prime strategiche sono alla base di questo rallentamento.

Nonostante tutto questo, il Brasile continua a beneficiare di un ottimo trend delle esportazioni, aiutato dalla domanda cinese di materie prime brasiliane, e delle politiche monetarie espansive adottate dagli Stati Uniti e dalle altre nazioni sviluppate. Mentre l’ottima combinazione di prezzi più elevati a livello mondiale e di una crescente domanda hanno aiutato i volumi delle esportazioni di merci brasiliane, l’export di prodotti manifatturieri ha subito l’impatto di un forte e reale aumento del costo del lavoro che rende più difficile competere con altre economie di mercati emergenti nel medio lungo termine.

La buona notizia è che i politici brasiliani stanno prestando attenzione a queste sfide e sembrano orientare l'economia nella giusta direzione. In quest’ottica deve essere letta, al fine di contribuire a stimolare l'economia, la decisione della banca centrale del Brasile ad aprile di ridurre i tassi di interesse di 75 punti base (0,75%) dal 9,75% al 9%: dall'agosto 2011, il tasso è stato ridotto di ben 350 punti base (3,50%).

In parallelo, la banca centrale ha inoltre intensificato l'intervento nel mercato dei cambi per contribuire a spingere in basso il Real, e ha rafforzato i controlli afflusso di capitali. Nonostante tutte queste sfide, il Brasile resta un mercato tra i più promettenti a lungo termine. È di gran lunga il paese più popoloso del Sud America, il che significa un aumento dei redditi e un tenore di vita più elevati e una giovane popolazione attiva capace di guidare i consumi interni.

Come dire che l’attuale rallentamento può rappresentare una buona occasione per prendere posizione su un Paese dalle ancora enormi potenzialità di crescita.
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