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Goldman Sachs Asset Management

Obbligazioni, la ricerca dell’equilibrio passa per le valute emergenti

Un portafoglio obbligazionario deve essere ben diversificato in titoli di stato e obbligazioni societarie ma le valute emergenti stanno acquisendo sempre più importanza.

26 Maggio 2017 09:38
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Riuscire ad allestire un portafoglio obbligazionario solido di questi tempi non è affatto semplice. Occorre infatti bilanciare sapientemente la ricerca del reddito e la rischiosità degli strumenti nei quali si investe. I titoli di stato dei paesi occidentali (persino quelli ‘periferici’) continuano ad offrire bassi rendimenti, mentre le obbligazioni societarie o pagano troppo poco (nel caso di titoli di alta qualità) o cominciano ad essere piuttosto rischiose (titoli con rating inferiore).

Non gioca a favore neppure la ritrovata forza dell’euro: la rivalutazione della moneta unica rispetto al dollaro (contrariamente alle previsioni di fine 2016 e inizio 2017) sta riducendo la portata di un’altra potenziale fonte di reddito obbligazionario: la diversificazione in titoli obbligazionari espressi in dollari americani.

Secondo gli esperti di Goldman Sachs Asset Management (GSAM) la riduzione del QE (quantitative easing) è la prossima sfida per i mercati obbligazionari. “Pensiamo che il ridimensionamento degli ingenti programmi di acquisto di asset, che hanno limitato la volatilità a partire dalla crisi, comporti rischi di ripercussione sui mercati obbligazionari” fanno sapere i professionisti di GSAM che poi aggiungono: “A causa della scarsità di asset, la Banca Centrale Europea (BCE) e la Banca del Giappone (BoJ) probabilmente rallenteranno il ritmo degli acquisti, rimanendo comunque orientati verso una politica monetaria accomodante”.

In questo contesto, gli esperti di GSAM privilegiano le valute sottostimate dei mercati emergenti. La solida crescita globale, l'andamento stabile dei tassi di interesse statunitensi, il miglioramento dei mercati delle materie prime e il potenziale ridimensionamento delle prospettive inerenti alle proposte di Trump sul commercio dovrebbero agevolare la ripresa di alcune valute più volatili.

“Coerentemente con la nostra aspettativa di maggiore inflazione e di politica monetaria più restrittiva negli Stati Uniti, riteniamo possibile un rialzo dei tassi statunitensi che porterà all’irripidimento delle curve di rendimento in tutti i principali mercati sviluppati e a una certa debolezza nei mercati dei mutui cartolarizzati da agenzie para-governative” concludono i manager di GSAM.
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