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Nove mesi dopo la Mifid II fa il tagliando: più ombre che luci

Prevale un sentiment negativo sull'impatto della Mifid II sul lavoro dei consulenti, non solo in termini di pricing ma anche di tempo dedicato agli oneri amministrativi.

10 Ottobre 2018 07:45
financialounge -  consulenti finanziari consulentia Consulentia18 Napoli MiFID II

Qual è lo stato dell'arte a dieci mesi dall'esordio della Mifid II? Se lo è chiesto Anasf, che ha fornito la risposta direttamente nel convegno inaugurale di ConsulenTia18 Napoli. A introdurre il tema è stato il presidente di Anasf Maurizio Bufi, che ha fatto il punto sulla professione e sulla necessità di aiutare un ricambio generazionale che procede a rilento e che l'associazione sta sostenendo concretamente attraverso il lancio della laurea triennale per consulenti finanziari. "Continuiamo a scontare in maniera impropria una non buona reputazione finanziaria ma ribadiamo che il consulente finanziario rimane un baluardo di professionalità e che sul tema del risparmio tradito non c'è una nostra responsabilità" ha voluto precisare Bufi raccogliendo l'applauso dei circa 700 partecipanti alla prima giornata di ConsulenTia18 Napoli.

IL RAPPORTO DI MCKINSEY


Ma il cuore del convegno inaugurale è stata la relazione commissionata da Anasf a McKinsey, una sorta di tagliando sull'impatto della Mifid II sul mondo della consulenza. Ebbene, come affermato dallo stesso Bufi, "le ombre prevalgono sulle luci". Impressione confermata dai dati portati sul palco della Stazione Marittima da Cristina Catania di McKinsey, che pure non ha mancato di mettere in evidenza le notizie positive. Come per esempio la crescita del peso delle reti di consulenza sul mercato affluent, passato dal 23 al 28 per cento dal 2012 al 2017, con un calo della quota di clienti delle banche retail. O ancora il modello di consulenza percepito come più completo rispetto alle altre offerte sul mercato del risparmio.

SCARSO SOSTEGNO DALLE RETI


Non mancano, però, i dati negativi arrivati dal "refresh" delle interviste ai consulenti che erano già state effettuate lo scorso gennaio. Se infatti aumenta il numero di consulenti che dichiara di aver messo in campo iniziative in vista della Mifid II, il numero di professionisti che "non si sente indirizzato dalla propria rete" è passato dal 52% di gennaio al 58% di settembre. Inoltre, prevale un sentimento pessimista sul futuro prossimo. Per il 2019, infatti, i consulenti prevedono un impatto negativo della Mifid 2 sul pricing medio dell'industria delle reti (-6%, in peggioramento rispetto a gennaio).

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IMPATTO SU RICAVI E TEMPO


Già quest'anno il 40% dei consulenti finanziari ha osservato un impatto sul pricing, con un potenziale calo che McKinsey stima in oltre 150 milioni di euro sui ricavi complessivi. Mifid II che incide pesantemente anche sull'organizzazione del lavoro dei consulenti, che si attendono nel 2019 un incremento del 47% del tempo dedicato agli oneri amministrativi e di compliance. Consulenti che si aspettano tassi di abbandono della professione superiori rispetto al passato (circa il 10%) denotando così un elemento di pessimismo sulla sostenibilità di una professione che sta pagando i cambiamenti in corso.

TRE POSSIBILI RISPOSTE


Come reagire a questo andamento? McKinsey mette sul piatto tre proposte: innovare il modello di pricing; sfruttare la digitalizzazione per abbattere gli oneri aggiuntivi e preservare il tempo commerciale del consulente; un miglioramento, da parte delle strutture centrali, nella capacità di indirizzare l'azione commerciale dei consulenti
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