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News & Views – 13 marzo 2017

13 Marzo 2017 09:41
financialounge -  bund elezioni Europa News & Views olanda tassi di interesse titoli di stato

Insight dalla redazione di FinanciaLounge su quello che si muove nelle economie e nei mercati.


Tassi in movimento
Allora, la curva dei tassi americani punta a Nord, con il rendimento del T-bond a 10 anni che ha consolidato il livello di 2,5%. Quello del Bund tedesco sfiora il mezzo per cento, quello del nipponico JGB è ancorato a zero dalla banca centrale, ma comunque è in territorio positivo. Qualche mese fa, quando sul mercato arrivarono le prime emissioni corporate investment grade a tassi negativi, siamo stati tra i primi a scrivere che sarebbero state anche le ultime. E così è andata. Ma la domanda è: in prospettiva, hanno più strada da fare i tassi americani o quelli europei? La risposta sembra ovvia, invece la risposta è: i secondi. Il 3% sembra un obiettivo ragionevole per i primi, manca ancora uno 0,5% e ci siamo. Diamo uno sguardo a cosa ha fatto il Bund nelle ultime settimane sulla scadenza a cinque anni dove i tassi sono ancora negativi: il 24 febbraio rendeva -0.60% e alla chiusura di venerdì 10 maggio -0,31%. Un aumento di oltre il 50% in due settimane. Mentre sulla scadenza a dieci anni, dove i tassi sono positivi, ha pigiato ancora più forte sull’acceleratore, e dal +0,18% è salito al 0,48% con un incremento di oltre il 70%. Non è che Draghi mentre continua a dire che non cambia politica ha già cominciato il suo tapering?

E le banche finalmente respirano
Le due popolari venete potrebbero fare la fine delle quattro banche salvate a fine 2015. MPS non si sa ancora se ne esce. Nel resto d’Europa non mancano i focolai di crisi. Ma, a differenza del 2015, nessuno parla di effetto contagio, gli investitori comprano i bancari (non le venete e MPS e neppure le germaniche Landesbanken e Sparkassen, ma tanto non sono quotate) ma premiano Unicredit che vara un aumento-monstre da 13 miliardi e si preparano a fare altrettanto con quello da 8 miliardi di Deutsche Bank. Come mai un anno e mezzo fa quattro banchette in crisi hanno scatenato uno tsunami e ora istituti ben più grandi a rischio passano indifferenti? Forse ha qualcosa a che vedere con quanto abbiamo scritto sopra. I tassi di interesse in Europa si stanno svegliando e questa è un’ottima notizia per le banche, per le quali i tassi sono come l’ossigeno, il margine su cui fanno i bilanci. Se vanno su, allora c’è il profit. E i dividendi. Qualcuno è rimasto indietro e non ce la fa? Pazienza. Tassi in salita però possono creare problemi per i paesi che faticano a far tornare i conti pubblici, come l’Italia. Ma lo spread rientra. Come mai? Forse perchè tassi più alti segnalano anche crescita in accelerazione, che porta con se un miglioramento del rapporto tra debito e PIL?

Settimana corta
Quella che inizia oggi ce la giochiamo tutta tra martedì e mercoledì. Domani Angela Merkel va a trovare Donald Trump alla Casa Bianca. Sembra che ad accompagnarla saranno due signori che non fanno politica, ma business: il CEO di Siemens CEO Joe Kaeser e quello di BMW Harald Krüger. Sono i testimonial del fatto che i tedeschi investono e creano posti di lavoro in America. Una mossa furbetta. Basterà ad addolcire The Donald? Tra un paio di giorni lo sappiamo. Dopodomani si vota in Olanda. La novità è che il Partito della Libertà di Geert Wilders non è più in testa nei sondaggi, negli ultimi giorni lo ha sorpassato di poco i Liberali dell’attuale primo ministro Mark Rutte. Una cosa è certa, ci vorranno settimane o forse anche mesi per mettere insieme una coalizione di governo, chiunque arrivi primo. Domani inizia la due giorni del FOMC che si conclude mercoledì sera (verso le 20.00 italiane) con la conferenza stampa di Janet Yellen. Alza? Rinvia? Una previsione facile facile. A Wall Street la gente darà anche un occhio agli schermi per vedere cosa dice Janet, ma senza staccarsi dallo smartphone per intercettare i tweet della Casa Bianca.
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