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Tre motivi per cui il crollo della lira turca spaventa i mercati di tutto il mondo

La lira turca ha perso quasi il 40 per cento da inizio anno rispetto all’euro ed è al minimo storico rispetto al dollaro. Perché la volatilità si è impennata nei mercati finanziari.

14 Agosto 2018 09:43

Il drammatico crollo della lira turca (meno 40% da inizio anno rispetto al dollaro, di cui -14% nella sola giornata di venerdì 10 agosto) ha scatenato la paura nei mercati di tutto il mondo. Il timore è che la grave situazione valutaria di Ankara possa inguaiare i bilanci delle banche nel mondo, in particolare quelle europee più esposte al debito del paese e delle aziende turche.

I TRE FATTORI DA TENERE A MENTE


A questo proposito, gli investitori devono tenere sotto controllo tre cose in particolare. In primis, il pericolo di un contagio agli altri mercati emergenti. Tutti i paesi in via di sviluppo che contano molto sui finanziamenti esteri (per lo più denominati in dollari statunitensi) hanno subito il rafforzamento della valuta americana, che da aprile ha registrato un forte recupero. Inoltre, l'aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti, dove la Federal Reserve dovrebbe alzare a settembre i tassi di interesse per l'ottava volta dalla fine del 2015, ha inasprito la tensione sui mercati emergenti che utilizzano le valute locali per pagare i loro dollari.

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FINANZIAMENTI DALL’ESTERO PER 240 MILIARDI


Tra questi la Turchia (insieme all’Argentina) è tra i paesi più esposti. Secondo l'Institute of International Finance, il fabbisogno annuale di Ankara di finanziamenti esterni, compresi il suo disavanzo corrente e il debito in scadenza, ammonta a circa 218 miliardi di dollari: cifra che potrebbe lievitare quest’anno a 240 miliardi, pari al 28% del PIL della Turchia. Secondo alcune stime, più della metà di tale debito è denominata in dollari americani.

I TIMORI DI IPER-INFLAZIONE


In secondo luogo, il clima economico e politico della Turchia è preoccupante. I timori maggiori sono quelli relativi all’inflazione. I prezzi al consumo sono strutturalmente elevati, e, soprattutto, in tendenziale ascesa come confermato dal dato di luglio (15,8%), in aumento rispetto a giugno (15,4%).

RELAZIONI TESE CON USA E GERMANIA


In terzo luogo, a peggiorare le cose spiccano le tensioni diplomatiche e commerciali con gli Stati Uniti. Le relazioni tra Ankara e Washington hanno sofferto a causa della detenzione del pastore evangelico americano Andrew Brunson, con la Turchia che ha respinto le richieste di rilascio. Gli Stati Uniti per forzare la questione, hanno introdotto sanzioni specifiche, oltre alle tariffe commerciali esistenti che già colpivano la Turchia. Inoltre anche le relazioni turche con la Germania, che ospita milioni di immigrati turchi, sono andate peggiorando nell'ultimo anno.

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UNA COMBINAZIONE TOSSICA


“Siamo persuasi che la Turchia presenti una combinazione tossica di posizioni esterne deboli (bilancia delle partite correnti in negativo), debito del settore privato troppo elevato e un alto livello di finanziamenti esteri nel sistema bancario” commenta Paul McNamara, direttore degli investimenti per le strategie Emerging Markets di GAM Investments. Secondo il parere dell’esperto si tratta del risultato derivante dal rallentamento della domanda interna che, a cascata, ha determinato un problema di qualità degli asset all’interno delle banche.

COME SPAGNA E IRLANDA


A tale proposito, per Paul McNamara, il ruolo del settore edilizio all’interno dell’economia, può essere paragonato a quello registrato in Spagna o in Irlanda prima della crisi europea. Non a caso la view dell’esperto resta negativa sulla Turchia, senza la copertura di alcun rischio.

RISERVE VALUTARIE E CONFLITTI DI INTERESSE


Per Paul McNamara, infatti, Ankara ha evidenti problemi nei livelli di riserve di valuta (il Fondo Monetario Internazionale crede che la Turchia abbia il livello di riserve meno adeguato tra tutte le principali economie dei mercati emergenti). Inoltre la politica del Paese mostra significative problematiche sia per gli evidenti conflitti di interessi (per esempio il genero del presidente ricopre il ruolo di Ministro delle Finanze) e sia per la non della Banca Centrale turca.
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