Il meteo-borsa di Obama che non ha mai funzionato

Era stata creata subito dopo il crac di Lehman Brothers del 2008 con il compito di fare le ‘previsioni del tempo’ per i mercati finanziari mondiali e per la borsa ed avvistare così per tempo le tempeste in arrivo, consentendo di preparare le contromisure adeguate. Invece nella tempesta c’è finita prima ancora di compiere 10 anni la stessa agenzia, l’Office of Financial Research, dopo aver speso la non trascurabile cifra di 500 milioni di dollari senza, peraltro, aver previsto nulla di particolarmente rilevante.

L’OFR non ha infatti ancora trovato un posizionamento preciso in una Washington già molto affollata di agenzie governative e di regolatori, a cominciare dalla Security and Exchange Commission, la potente SEC. Grandi progetti sono stati ridimensionati o addirittura abbandonati, come l’ambiziosa iniziativa di mettere in piedi un database di tutti i contratti e le negoziazioni finanziarie, che non è andata oltre qualche paginetta di appunto su metodologia e possibili enti partecipanti.

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Con tutti quei soldi spesi e con così pochi risultati raggiunti l’OFR è diventato il bersaglio perfetto per i repubblicani e per un’amministrazione Trump particolarmente ostile alle burocrazie e agli eccessi regolatori. A novembre era arrivata la prima avvisaglia, l’annuncio di un taglio del 25% ai finanziamenti e di un terzo del numero dei dipendenti. Nelle intenzioni dei suoi inventori l’OFR sarebbe dovuta diventare la fonte autorevole da cui attingere informazioni preziose in caso di aumento della volatilità sui mercati. Dopo i tagli ai costi e al personale, il Tesoro americano ha praticamente commissariato l’OFR con l’obiettivo, per ora, di farne un’organizzazione più snella ed efficace.

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Finora si è salvata dalla chiusura grazie al sostegno che continua ad arrivare dai democratici, che la considerano invece una fonte indipendente e apolitica di analisi dei rischi che potrebbero minacciare l’economia . Ma l’OFR si è sempre scontrata con l’estrema difficoltà di raccogliere una quantità di dati significativa in tempi ragionevoli, pur avendo il potere legale di farseli rilasciare forzosamente dalle istituzioni finanziarie. A distanza di dieci anni stupisce l’ingenuità dell’idea di creare un ufficio delle previsioni del tempo finanziarie. Se fosse possibile mettere in piedi un servizio del genere, e fosse efficace, ci avrebbe già investito centinaia di miliardi di dollari l’industria dei fondi.