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Mercato azionario, il secondo semestre potrebbe sottoperformare il primo

Dopo un primo semestre molto positivo per le Borse, nel secondo semestre le politiche economiche e fiscali invariate potrebbero portare a performance deludenti.

18 Settembre 2017 09:19
financialounge -  correzione di borsa crescita economica inflazione mercati azionari S&P 500

Il 9 marzo 2009 i mercati finanziari toccarono il loro minimo dopo il crac della banca d’affari americana Lehman Brothers. Dal quel giorno a oggi, i principali indici di borsa internazionali hanno registrato un trend rialzista senza (quasi) soluzione di continuità con performance stellari: dal +268% dell’S&P500 al +175% del Nikkei 225, dal +140% dello Stoxx 600 al +124% dell’Eurostoxx.

Rendimenti molto al di sopra delle medie storiche e che non hanno visto freni neppure nel primo semestre di quest’anno con l’S&P500 a +11,1%, l’Eurostoxx a +8,5%, lo Stoxx 600 a +5% e il Nikkei 225 a +2,3%. Ma quanto tempo potrà ancora durare il mercato rialzista?

Se lo è domandato, tra gli altri, Jeff Knight, Responsabile globale soluzioni d’investimento di Columbia Threadneedle Investments giungendo alla conclusione che gli investitori farebbero bene ora ad essere più prudenti. “Abbiamo studiato la storia del mercato azionario statunitense misurato in base all’indice S&P 500, esaminando le fasi intercorse tra due correzioni del 20%. Abbiamo scoperto che generalmente queste fasi durano pressappoco tre anni e che in tali periodi il mercato tende all’incirca a raddoppiare” fa sapere Jeff Knight specificando che l’attuale fase rialzista dura da ormai otto anni, e dai minimi più bassi raggiunti durante la crisi finanziaria, l’S&P 500 è quasi quadruplicato.

“Vale la pena notare che si tratta di uno sviluppo altamente inconsueto dal punto di vista storico, e anche solo in un’ottica cronologica è importante pensare a strategie tese alla diversificazione e alla stabilità del portafoglio” puntualizza lo strategist che registra un fenomeno particolare sui mercati: anticipano una svolta al rialzo sia sul fronte della crescita economica mondiale che su quello dell’inflazione.

“Un tale scenario tende a essere molto favorevole per le azioni, ma non per le obbligazioni, come si è visto nella prima metà dell’anno” precisa Jeff Knight secondo il quale il mercato azionario nel secondo semestre potrebbe comunque risultare meno brillante.

“Parte della performance di quest’anno si possono giustificare in base alle attese di un significativo mutamento delle politiche economiche e fiscali, che tuttavia non si è verificato. Nella prossima metà dell’anno vedremo se le previsioni troveranno conferma, giustificando le attuali quotazioni del mercato, o se il cambiamento risulterà meno pronunciato del previsto. In quest’ultimo caso, il secondo semestre potrebbe sottoperformare il primo” conclude Jeff Knight.
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