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Mercato azionario, c’è chi dice che (forse) è il momento di vendere

Secondo gli analisti di Bank of America Merrill Lynch se l’S&P500 non registrerà un nuovo record e il mercato azionario cinese non rimbalzerà, potrebbe essere il momento di vendere.

8 Agosto 2018 09:56

Dopo un giugno da dimenticare, con deflussi netti dai fondi azionari statunitensi per 30 miliardi di dollari, nelle ultime settimane le sottoscrizioni verso gli ETF e i fondi specializzati su Wall Street sono tornate ad essere robuste. Merito anche delle performance del listino azionario USA che, dal primo luglio al 3 agosto scorso, ha messo a segno un rialzo del 4%. Tuttavia, secondo gli analisti di Bank of America Merrill Lynch (BAML), se l’indice S&P500 non registrerà presto nuovi massimi e se il mercato azionario cinese non rimbalzerà, potrebbe essere il momento giusto per vendere.

TORNA IL GRADIMENTO SULL’AZIONARIO USA


La conclusione a cui giungono i professionisti di BAML parte per l’appunto dal deciso cambio di registro del gradimento degli investitori verso l’azionario statunitense. Se a giugno i deflussi netti dai prodotti specializzati su Wall Street avevano raggiunto come accennato i 30 miliardi di dollari, nelle ultime due settimane il bilancio è tornato in attivo con flussi netti positivi per 440 milioni nella penultima settimana di luglio e per 2,35 miliardi nella settimana a cavallo tra fine luglio e inizio di agosto. Certo, ammettono gli analisti di BAML, gli afflussi delle scorse settimane sono ancora modesti rispetto a quelli registrati a maggio ma questa ripresa dopo il consistente deflusso di giugno è comunque un dato incoraggiante.

S&P 500, ANCORA SOTTO IL MASSIMO DI GENNAIO


In parallelo, l’indice S&P 500 ha inanellato una serie di rialzi che hanno portato il suo guadagno da inizio anno a +5,75%. Tuttavia, nonostante i rendimenti positivi degli ultimi quattro mesi, l'indice allargato del mercato azionario statunitense risulta ancora di circa 2 punti percentuali al di sotto del massimo storico di gennaio. A tutto questo occorre aggiungere la correzione nel settore tecnologico sulla scia di alcune trimestrali (in particolare quella di Facebook) che hanno deluso le aspettative.

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SE L’HI TECH ARRANCA SONO DOLORI


E, se il settore hi tech USA dovesse frenare sarebbero dolori per Wall Street dal momento che, come fanno notare gli esperti di BAML, escludendo il settore tecnologico statunitense, il resto dei settori di Wall Street nel suo insieme è aumentato soltanto dell'1% da inizio anno. Insomma, nella nota agli investitori, gli analisti di BAML sottolineano che nonostante una crescita del PIL negli Stati Uniti del 4,1% annualizzata, la disoccupazione ai livelli più bassi nelle maggiori economie (e sotto il 4% in particolare negli States), i profitti aziendali in salita a doppia cifra, le politiche fiscali statunitensi ultra espansive che dovrebbero alimentare mille miliardi di dollari di buy back (riacquisto di azioni proprie), e l'allentamento della politica in Cina, il barometro della crescita globale è molto meno stabile ora rispetto a fine 2017 – inizio 2018.

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IL VERDETTO È VENDERE


Il verdetto degli analisti di BAML è pertanto quello di vendere in modo aggressivo su un nuovo rialzo qualsiasi se l'S&P 500 non registrerà nuovi massimi assoluti entro la fine di questo trimestre e se il mercato azionario cinese non rimbalzerà dopo i tanti stimoli interni.
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