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Coronavirus, a marzo crolla mercato auto

Federauto annuncia un crollo del 90% delle immatricolazioni: “Abbiamo bisogno di grande attenzione dal governo”. Oggi alle 18 il Ministero dei Trasporti diffonderà i dati aggiornati

di Fabrizio Arnhold 1 Aprile 2020 12:03

Il mercato dell’auto ha subito in Italia un calo del 90 per cento nel mese di marzo. Per avere i dati ufficiali occorre attendere fino alle 18, quando il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti renderà note le immatricolazione di autovetture registrate nel mese di marzo. Federauto, la Federazione dei concessionari di auto, anticipa i numeri del crollo, largamente atteso, a seguito del blocco totale della mobilità.

LA CRISI DEL MERCATO AUTO


Le stime di Fedarauto sono a tinte fosche. Tra marzo e aprile, infatti, il mercato auto potrebbe perdere 350mila pezzi, facendo così registrare un crollo del 60% su base annua. Se si guardano i dati degli anni scorsi, la crisi in realtà è già cominciata: dal 2007 al 2019 si è registrato un calo del 23,2%, con circa 30mila lavoratori senza impiego.

CROLLO DELLE IMMATRICOLAZIONI


“La chiusura dell’Italia, perché di questo si tratta, ha portato inevitabilmente alla caduta delle immatricolazioni di autoveicoli nuovi e per l’usato la situazione non cambia, determinando un contesto negativo mai vissuto sul mercato automobilistico”, commenta Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto. “È presto per tirare conclusioni perché dobbiamo ancora capire come evolverà la situazione nei prossimi mesi, ma oggi non possiamo essere ottimisti”.

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L’ATTENZIONE DEL GOVERNO


Il settore auto deve fare i conti con una crisi con numeri che non si erano mai visti prima. “Abbiamo bisogno di grande attenzione da parte del governo perché il nostro settore ha tutti i numeri per giustificarla: mi riferisco al dato occupazionale, al peso sul Pil, alle entrate fiscali che generano la vendita, l’assistenza e la gestione degli autoveicoli”, continua De Stefani Cosentino. “Apprezziamo le misure sulla cassa integrazione ma sono insufficienti a fronteggiare una situazione senza precedenti in cui bisogna governare imprese complesse, settate su volumi di attività che nessuno sa quando potranno essere nuovamente raggiunti. Per questo abbiamo richiesto al presidente del Consiglio ed al Parlamento alcune modifiche al decreto Cura Italia per mettere tutte le nostre aziende, piccole, medie e grandi che siano, nella condizione di accedere alla liquidità – il bisogno più urgente – necessaria per traguardare questo momento di grandissima difficoltà”, conclude il presidente di Federauto.
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