Contatti

Capital Group

Mercati emergenti, il valore aggiunto di un’esperienza trentennale

I mercati emergenti restano un investimento interessante per il lungo periodo e affidarsi a gestori attivi con consolidata esperienza può migliorare la performance.

29 Novembre 2016 09:47
financialounge -  Capital Group Capital Group New World Fund mercati emergenti

L’investimento nell’azionario mercati emergenti si è rivelato finora uno dei più interessanti in questo poco generoso 2016. Infatti, da inizio anno al 18 novembre scorso, 10.000 euro investiti in fondi azionari paesi emergenti sono diventati 10.860 euro (pari a una rivalutazione del +8,6%), ben al di sopra della media dei fondi azionari (-1,72% l’indice generale) e della media dei fondi azionari Europa (-7,1%). Si tratta di un investimento tornato conveniente dopo i due anni e mezzo (dal maggio 2013 al dicembre 2015) durante i quali i deflussi degli investitori internazionali (scattati subito dopo la riduzione degli acquisti delle obbligazioni in dollari da parte della Federal Reserve) hanno penalizzato in modo significativo i listini emergenti.

Ma, da allora, la maggior parte dei paesi emergenti ha provveduto a rimettere a posto i conti pubblici, ad aumentare la competitività delle merci e dei servizi sui mercati internazionali e, grazie anche alla svalutazione delle monete (arrivata a toccare picchi del -50% rispetto al dollaro), a migliorare il saldo commerciale.

Ecco perché l’azionario emergente resta un investimento interessante soprattutto in ottica di medio lungo termine. Un investimento che può essere effettuato sia tramite ETF che tramite fondi azionari a gestione attiva. Nel primo caso l’investitore punta a replicare fedelmente l’indice di mercato (per esempio l’MSCI emerging markets) mentre tramite i migliori fondi azionari a gestione attiva è possibile ridurre le perdite durante le fasi di ribasso (anche semplicemente limitando l’esposizione al mercato) e generare plusvalenze tramite scelte di portafoglio differenti rispetto all’indice di riferimento (per esempio aumentando o diminuendo l’esposizione su specifiche Borse emergenti o preferendo un settore ad un altro nella stessa piazza finanziaria).

“Gli indici di mercato, infatti, sono costruiti sulla situazione del passato dei paesi in via di sviluppo (e quindi non proiettati sul loro potenziale futuro) e tendono a premiare settori e titoli che hanno accumulato ingenti rivalutazioni che, in diversi casi, potrebbero risultare sopravvalutate a dispetto di situazioni sottovalutate e, quindi, trascurate dalla maggioranza degli investitori” fanno sapere gli esperti di Capital Group la casa d’investimento che, alla luce di questi aspetti e forte di una esperienza trentennale sui mercati emergenti, ha lanciato nel 1999 la strategia New World che costituisce la base del comparto Capital Group New World Fund (LUX) messo a disposizione degli investitori italiani.

Alla base della gestione di portafoglio c’è la ricerca bottom-up di Capital Group sui fondamentali (sviluppata sulla rigorosa selezione dei singoli titoli) che permette di diversificare il portafoglio per regioni, paesi e settori. Il team di Capital Group è convinto, in particolare, che un approccio globale, capace cioè di combinare, in un unico portafoglio, le aziende leader dei mercati emergenti con le compagnie consolidate dei mercati sviluppati che ricavano ingenti quote di fatturato dai mercati emergenti, sia in grado catturare tutto il potenziale dei paesi in via di sviluppo e, al contempo, di limitare la volatilità dei rendimenti.
Share:
Trending