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Brexit, i mercati non si disperano per il no alla May

Theresa May incassa un rotondo "no" dal Parlamento ma i mercati reagiscono in maniera composta: i commenti e le analisi delle principali società di gestione del risparmio

16 Gennaio 2019 11:41
financialounge -  Brexit Theresa May https://www.flickr.com/photos/number10gov/45832729202/

Il rotondo NO al piano concordato con Bruxelles dal primo ministro britannico è una catastrofe politica per Theresa May ma forse potrebbe essere un viatico positivo per una Brexit più soft, magari addirittura un Remain mascherato da Exit. La reazione dei mercati e della sterlina resta molto composta e ordinata con la Borsa di Londra sostanzialmente indifferente e il pound poco mosso rispetto al dollaro. Resta tuttavia una nebbia fitta sul tipo di percorso che potrebbe portare a un accordo con l’Unione Europea e soprattutto su chi sarà a gestirlo, la stessa May o un nuovo premier. In questo secondo caso i tempi potrebbero allungarsi notevolmente. Qui a seguire riportiamo commenti e analisi degli esperti di grandi case d’investimento inviati a Financialounge.

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NATIXIS: OPZIONE "PAUSA" PER MAY


Secondo Dave Lafferty, Chief Market Strategist di Natixis Investment Managers, è improbabile che May perda la fiducia del Parlamento “ma è difficile immaginare che riuscirà a tirare fuori dal cappello un nuovo e accomodante accordo in una o due settimane”. “Il nostro punto di vista dopo il referendum – spiega Lafferty - è sempre stato che una soft Brexit o un negoziato sarebbero stati difficili da raggiungere e oggi riteniamo che la possibilità che un accordo in Parlamento passi sia ora inferiore al 20%. Dal nostro punto di vista, il risultato più probabile è che May accetti e rinvii o revochi l'articolo 50, premendo di fatto il pulsante "pausa" appena prima che il treno voli via dai binari. Le imprese e i consumatori del Regno Unito dovrebbero aspettarsi di vivere nella costante incertezza per un periodo di tempo più lungo”.

AB: UNA BUONA NOTIZIA MA RESTA L’INCERTEZZA


Tra gli scenari possibili secondo Karen Watkin, multi asset portfolio manager di AllianceBernstein, c’è l’ipotesi che si raggiunga un compromesso intorno a una versione emendata dell’accordo o si finisca per non avere proprio una Brexit. L’intesa, o ancor di più una cancellazione della Brexit, darebbe probabilmente un impulso immediato alla sterlina e anche i Gilt dovrebbero rispondere bene nel breve periodo. Una pausa nell’incertezza politica, e dunque una nota positiva per la crescita del Paese, dovrebbe andare inoltre a vantaggio dell’azionario UK, osserva l’esperta. Tuttavia, “la fonte di incertezza più immediata è il voto di fiducia sul governo May”. Infatti, anche se è probabile che il primo ministro ottenga la fiducia, rimane la possibilità che si vada a elezioni anticipate che i laburisti sperano di vincere. Questa mossa potrebbe mettere pressione sull’obbligazionario britannico e sui mercati valutari.

CANDRIAM: FINISCE L’EFFETTO DELLE SCORTE


Anche gli esperti di Candriam sottolineano gli effetti dell’incertezza sulla crescita: “Si potrebbe obiettare che l'incertezza era già riscontrabile da un paio di mesi, ma che non ha comunque impedito la ripresa della crescita del Regno Unito o il rialzo del PMI manifatturiero per tutto il mese di gennaio. Tuttavia, questa forza, che contrasta con la debolezza osservata nell'Europa continentale, è fuorviante. Dall'inizio del 2018, solo le scorte hanno dato un contributo sempre più significativo alla crescita, con il governo e le aziende che hanno accumulato stock per prepararsi all’eventualità di una hard Brexit. Negli ultimi due anni, l'incertezza ha influito pesantemente sulla crescita degli investimenti delle imprese, che tende a 0. In questo contesto, il voto di ieri prolunga ulteriormente il periodo di incertezza che l'economia britannica si troverà ad affrontare. Dato l'ormai elevato livello delle scorte, ciò avrà un impatto negativo sull'attività dei prossimi trimestri”.

UBP: LA STERLINA RESTERA’ VOLATILE A BREVE TERMINE


Cosa succederà adesso sul fronte valutario? Come spiega Peter Kinsella, global head of forex strategy di Union Bancaire Privée (UBP), il primo ministro britannico May ha ora il mandato di tornare in Parlamento entro tre giorni con una nuova proposta. L'Ue ha escluso qualsiasi rinegoziazione dell'accordo di ritiro, il che significa che May non può offrire nulla di nuovo al Parlamento. Per il gestore “il risultato più probabile nel breve termine è un'estensione dell’applicazione dell'articolo 50. Il governo britannico può revocare unilateralmente l'articolo 50, se lo desidera, ma una richiederà l'accordo degli altri Stati membri dell'Unione europea. Non è certo che gli altri 27 Stati membri voteranno a favore di questa proroga, ma riteniamo che sia probabile”. In ogni caso, spiega Kinsella, “poiché il Parlamento britannico non ha approvato l'accordo di ritiro e probabilmente non può approvare alcun accordo realistico, la probabilità di un secondo referendum è aumentata”. La conseguenza principale di ciò, secondo l’esperto, è che la volatilità a breve termine della sterlina rimarrà elevata.

ALLIANZ GI: IPOTESI DILAZIONE PER LA SCADENZA DEL 29 MARZO


Mancano poco più di 70 giorni alla data prevista per l’uscita del Regno Unito dall'Ue ed è difficile al momento comprendere come evolverà il programma sulla Brexit, spiega un’analisi a cura di Allianz Global Investors, secondo cui è sempre più realistica la prospettiva di una dilazione della scadenza del 29 marzo. La questione principale è su quali basi l’Ue accetti questa dilazione. Mentre un "no-deal Brexit" rimane un risultato potenziale, gli ostacoli verso uno "scontro" sul 29 marzo sono aumentati a seguito della sentenza della Corte di Giustizia europea secondo cui il Regno Unito può revocare unilateralmente l'articolo 50, e a seguito del voto che dà ai parlamentari un maggiore controllo sui negoziati. Guardando al futuro, spiega l’analisi, anche se venisse evitato uno scenario “catastrofico” l'incertezza persisterebbe, dato che qualsiasi accordo di ritiro si limiterebbe a definire il contesto per i futuri rapporti commerciali. Pertanto, gli investitori e le aziende devono prepararsi a una vasta gamma di scenari. Qualunque sarà l’esito finale della Brexit, sembra inevitabile un aumento delle frizioni nei rapporti commerciali con l'Europa. Ciò influenzerà in modo diverso gli Stati membri dell'Ue, il Regno Unito e i suoi vari settori. Inoltre, nota Allianz GI, la Brexit implica un andamento irregolare per gli asset UK. Il mercato azionario del Regno Unito non corrisponde all'economia del Paese: il 70% del fatturato delle aziende del FTSE 100 è infatti generato all'estero. La dicotomia tra i titoli Uk focalizzati sul mercato domestico o internazionale potrebbe certamente continuare.

ZANGANA: "MERCATO ORIENTATO VERSO IL PIANO B"


Il commento di Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist e Remi Olu-Pitan, Multi-asset fund manager, Schroder: "È perdonabile ritenere che i mercati finanziari si curino poco di Brexit e del caos politico in Gran Bretagna, con i mercati asiatici poco mossi e la sterlina in forte ripresa rispetto alla chiusura di ieri. Ciò segnala che la sconfitta non è stata una sorpresa e che il mercato si aspetta che la mozione del voto di sfiducia fallisca. Il mercato si è orientato verso il Piano B, assegnando una probabilità molto più bassa al “no deal”. La pletora di opzioni manterrà la sterlina e gli asset britannici sensibili a notizie in entrambe le direzioni, ma entrambi stanno già riflettendo un significativo premio per la Brexit. La reazione immediata degli Stati membri dell’UE è vitale, il sostegno al Primo Ministro e il margine per delle concessioni e la potenziale dilazione dell’articolo 50 offriranno supposto alla sterlina e agli asset britannici. Andando oltre la volatilità di breve termine, l’outlook per le relazioni commerciali britanniche con l’UE continua a non essere chiaro e ciò non allevierà il premio al rischio intrinseco negli asset del Regno Unito".
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