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Alex Tedder

Mercati azionari: nessun rally di fine anno, ma tante occasioni per il 2019

I principali indici di Borsa sono in deciso ribasso da inizio anno nonostante utili in forte crescita: pesano le preoccupazioni sull’inflazione e sul drenaggio di liquidità da parte delle banche centrali

21 Dicembre 2018 09:57

Ormai, a meno di un colpo di coda improbabile, il tanto sospirato rally di fine anno dei mercati finanziari non ci sarà. Con la caduta di ieri, i principali indici di Borsa internazionali si trovano pesantemente al di sotto del valore di inizio anno. L’S&P 500 di Wall Street dal primo gennaio al 20 dicembre segna un -6,2%, lo Stoxx 600 un -12,3% e l’Eurostoxx un -13,3%. Anche tenendo conto dei dividendi distribuiti il saldo resta ampiamente in territorio negativo (S&P500 -4,4%, Stoxx 600 -9,8% e Eurostoxx -11,2%). Risultati compromessi dalla brusca correzione partita dal 3 ottobre che ha visto le Borse scendere tra l’11% dello Stoxx 600 e dell’Eurostoxx e il 14% dell’S&P500.

UTILI 2018 IN FORTE CRESCITA


Quello che sorprende forse di più di queste performance negative è il fatto che si sono materializzate dopo un anno in cui gli utili aziendali non hanno affatto deluso le aspettative: basti pensare che i profitti del terzo trimestre dell’S&P500 sono saliti del 28,2% rispetto allo stesso periodo del 2017 e quelli dello Stoxx 600 del 14,6% (fonte: Thomson Reuters).

VALUTAZIONI SCESE AI LIVELLI DEL 2013


Alla luce di questo marcato disallineamento, tra l’andamento degli indici di Borsa (in forte ribasso) e dei profitti (in deciso rialzo), le valutazioni dei mercati azionario sono scese sui livelli del 2013. L’S&P500, per esempio, mostra agli attuali valori un rapporto prezzo / utili (p/e) di 16,9 e un dividend yield (rendimento da dividendi) del 2%: ancora meglio lo Stoxx 600 (p/e 13,9 e dividend yield al 3,8%). E questo non tenendo conto delle attese per il 2019 che restano ancora improntate a un moderato ottimismo: gli utili aziendali statunitensi dovrebbero crescere ancora di un altro 8 per cento e quelli del mercato azionario europeo tra il 5 e il 10 per cento.

È CAMBIATO IL PARADIGMA DEI MERCATI


Il problema è che sembra cambiato il paradigma dei mercati: cresce la convinzione che l’inflazione possa aumentare al di sopra delle aspettative e, soprattutto, che le banche centrali erogheranno meno liquidità togliendo un importante sostegno alle asset class più a rischio che tanto hanno beneficiato delle politiche monetarie ultra espansive degli ultimi anni.

APPROCCIO ATTIVO


Secondo Alex Tedder, Head and CIO of Global and US Equities di Schroders, si renderà necessario un approccio attivo e svincolato dai benchmark in grado di esaminare in modo dettagliato le singole società per identificare quelle meglio posizionate per resistere – o anche prosperare – nella nuova fase del ciclo economico e di business.

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CAMBIAMENTI DISRUPTIVE


L’esperto rivolge in particolare la propria attenzione all’attuale periodo di cambiamenti disruptive, che sta interessando molti settori creando opportunità di investimento, soprattutto in quelle compagnie che evidenziano l’intenzione di investire nel lungo termine, che sono pronte a cambiare e che sono nelle condizioni di creare una crescita sostenibile.

ENERGIE RINNOVABILI E TECNOLOGIA


“Guardiamo ad esempio alla transizione verso l’energia rinnovabile e allo spostamento della domanda dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili e favoriamo anche diversi titoli azionari tecnologici e legati ai consumatori” fa sapere Alex Tedder.
I suoi colleghi Rory Bateman, Head of UK & European Equities e James Sym, Fund Manager, European Equities di Schroders, relativamente al mercato azionario europeo suggeriscono di seguire specifiche tipologie di aziende, a mano a mano che l’inflazione aumenterà.

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TITOLI ASSICURATIVI EUROPEI


“I titoli finanziari potrebbero trarre beneficio dal nuovo contesto inflazionistico, perché possono trasferire sui tassi ai clienti sui prestiti e sugli altri prodotti” puntualizzano i due esperti che, all’interno di questo settore preferiscono i titoli assicurativi mentre continuano ad essere selettivi nelle scelte delle banche europee.

INFRASTRUTTURE, TELECOM E AUTO


“Anche le infrastrutture e il settore delle telecomunicazioni dovrebbero trarre beneficio dall’inflazione più elevata. Inoltre i settori dei consumi ciclici, come i produttori di automobili, ora risultano convenienti e potrebbero essere favoriti nel 2019 dalla maggiore fiducia sul fronte dei consumi” concludono Rory Bateman e James Sym.
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