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Mike Amey

Meno rischio sterlina per i bond britannici

Dopo aver perso oltre il 12 punti percentuali dal referendum sulla Brexit, la sterlina inglese sembra ora pronta ad un modesto apprezzamento dai minimi

27 Aprile 2018 07:50
financialounge -  Mike Amey PIMCO sterlina inglese

Dal referendum del 23 giugno 2016, quello in cui è stata votata l’opzione Brexit dagli elettori britannici, a oggi l’investimento in asset espressi in sterline è stato penalizzato rispetto a quelli in dollaro Usd e in euro. Ma adesso qualcosa potrebbe cambiare. Ma procediamo con ordine. Dal giorno del voto favorevole alla Brexit a oggi, l’investitore italiano che avesse investito 10 mila euro in azioni del Regno Unito se ne ritroverebbe 10.196 (+1,96%) mentre gli stessi 10 mila euro in azioni dell’area euro sarebbero diventati 11.942 euro (+19,42%) ovvero 11.670 euro (+16,7%) se l’investimento fosse stato in azioni americane.

PERDITE ANCHE CON I TITOLI DI STATO UK


Se invece i 10 mila euro fossero serviti per sottoscrivere i titoli di stato inglesi il loro controvalore odierno non andrebbe oltre i 9.120 euro (-8,8%) mente gli stessi 10 mila euro in btp oggi varrebbero 10.189 euro (+1,89%). I risultati dell’investimento in asset britannici è stato infatti penalizzato dalla debolezza della sterlina inglese che in questo periodo di tempo ha lasciato sul terreno oltre 12 punti percentuali rispetto all’euro.

LE VICISSITUDINI DELLA BANK OF ENGLAND


La debolezza della valuta di Londra non è dipesa soltanto dalle preoccupazioni circa le trattative sulla Brexit ma anche per le vicissitudini che ha dovuto affrontare la Bank of England nei suoi tentativi di aumentare i tassi di interesse. Per esempio, un nuovo aumento dei tassi inglesi è stato previsto per la riunione del Monetary Policy Committee (MPC) del prossimo 10 maggio 2018 ma i mercati ora anticipano (nei prezzi) un ciclo di rialzi cumulativo di soli 50 punti base (+0,50%).

IL RALLENTAMENTO E’ TEMPORANEO


Secondo Mike Amey, Head of Sterling Portfolio Management di PIMCO si tratta, in generale, di un temporaneo rallentamento della crescita, in parte legato alle condizioni meteorologiche, ma anche a causa delle scarse disponibilità dei consumatori e di un settore delle attività frenato dall'incertezza della Brexit. “Nel tempo ci aspettiamo che sia la crescita delle retribuzioni e sia gli investimenti delle imprese migliorino, mentre i negoziati sulla Brexit procedano in modo amichevole e costruttivo” fa sapere il manager convinto peraltro che ci sia pure l'opportunità per una politica fiscale meno restrittiva. Pertanto, Mike Amey continua a ritenere che l'MPC possa mantenere la propria linea e aumentare i tassi una o due volte nel 2018 e nel 2019.

CICLO ECONOMICO NELLA SUA FASE FINALE


Ovviamente, in parallelo, il manager non esclude nemmeno il rischio delle dinamiche del ciclo economico giunto nella sua ultima fase che sono state notate nei recenti dati relativi all'economia globale. “In tale contesto, riteniamo che i rendimenti dei titoli sovrani del Regno Unito siano relativamente generosi rispetto a quelli internazionali. Vediamo inoltre alcuni margini per un modesto apprezzamento nella sterlina britannica, grazie anche alle nostre aspettative su una Brexit non-disruptive” conclude Mike Amey.
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