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Materie prime, immobili e azioni: come difendersi dopo un trimestre “lento”

Meglio evitare invece i titoli di stato dei paesi core e anche le obbligazioni legate all’inflazione: posizionamento neutrale sulle obbligazioni societarie e liquidità.

22 Marzo 2018 09:33
financialounge -  azioni Columbia Threadneedle Investments fondi comuni immobili materie prime

Ci stiamo avvicinando alla fine del primo trimestre 2018 ed è già tempo di bilanci. Osservando gli indici dei fondi comuni, che in qualche modo offrono una indicazione di come si sono comportati in media gli investimenti nei portafogli gestiti, si nota che da inizio anno al 19 marzo scorso l’indice generale dei fondi comuni di diritto italiano segna un -0,75% mentre l’indice dei fondi lussemburghesi accusa una perdita dello 0,96%.

IN ROSSO TUTTE LE CATEGORIE DI FONDI


In pratica, chi ha investito 10mila euro a inizio anno nei fondi comuni italiani oggi se ne ritrova 9.925 mentre gli stessi 10mila euro impiegati in comparti di SICAV estere valgono in media oggi 9.904 euro. Tutte le categorie di fondi segnano una performance da inizio anno negativa (dal -0,19% dei monetati fino al -1,42% degli azionari) mentre sulla distanza degli ultimi 12 mesi soltanto i fondi monetari euro (-0,71%) evidenziano un arretramento. Insomma, uno scenario che rende piuttosto complesse le decisioni di portafoglio.

L’ANALISI DI COLUMBIA THREADNEEDLE


Un aiuto in questo senso arriva dall’analisi del team multi-asset Columbia Threadneedle Investments che, dopo aver esaminato l’andamento del 2017 e dei primi mesi del 2018, è arrivato alla conclusione che le azioni (insieme alle materie prime e gli immobili) restano comunque da preferire ai titoli di Stato dei paesi core. “L'impennata dell'avversione al rischio è stata favorita da fattori tecnici piuttosto che da fattori fondamentali, in quanto la massiccia ondata di vendite di veicoli a elevata volatilità e forte effetto leva (come gli Exchange traded fund e le exchange-traded note), associata all'ampio posizionamento degli investitori, ha determinato un deciso aumento della volatilità azionaria e un calo delle quotazioni” fa sapere il team sottolineando come le altre classi di attivi (a cominciare dalle obbligazioni societarie) abbiano registrato andamenti meno turbolenti nel periodo in esame.

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SCENARIO FAVOREVOLE AL RISCHIO


“Il nostro scenario economico positivo di reflazione per il 2018, unito a previsioni favorevoli sugli utili e a un modesto rischio di recessione, conferma che i mercati avversi al rischio restano poco supportati e, di conseguenza, poco attraenti dal punto di vista degli investitori” specifica il team pur ammettendo che non si possa escludere affatto il rischio di nuove crisi ‘accidentali’ o errori di politica monetaria.

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AZIONI: GIAPPONE, EUROPA E ASIA IN POLE POSITION


“Non ci resta dunque che preferire le azioni, le materie prime e gli immobili rispetto ai titoli di Stato nominali dei paesi core e quelli indicizzati all'inflazione, mantenendo un posizionamento neutrale su credito (obbligazioni societarie, ndr) e liquidità” puntualizza i team che, nell’ambito azionario predilige in modo netto la Borsa del Giappone, i mercati emergenti asiatici e l'Europa, ognuno dei quali presenta un'elevata dipendenza dalla reflazione globale in atto. “Il nostro recente lavoro si è spostato sull'analisi di queste posizioni, con un'attenzione particolare alle azioni europee e giapponesi” conclude il team multi-asset Columbia Threadneedle Investments.
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