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La manna dei tassi Btp non va lasciata sulla carta

Grazie al nuovo governo in arrivo e complici i tassi negativi del Bund l’Italia ha un’occasione storica per abbattere il costo del debito. Una manna per tutti i debitori ma un problema per fondi pensione e anche i risparmiatori

di Redazione 29 Agosto 2019 11:56

Pagare il debito pubblico meno dell’1% è un sogno che solo pochi anni fa sembrava irrealizzabile. Ora è un fatto concreto, grazie alla congiuntura astrale favorevole fatta di una crisi che si sta avviando a soluzione e di rendimenti sottozero in molti Paesi, a cominciare dal Bund tedesco che a 10 anni "rende" il -0,7%. Ma un fatto solo ancora sulla carta. L’Italia paga infatti l’interesse sul debito ai livelli storici, e il Btp sotto l’1% riguarda il futuro, vale a dire le prossime emissioni. Negli ultimi tre anni il rendimento medio del Btp 10 anni si è attestato al 2,24% con punte massime del 3,67% a ottobre 2018, in concomitanza con le tensioni sulla legge di bilancio 2019, e minime dell’1,046% toccate ad agosto 2016, sulle ali del vento favorevole che sembrava avere in poppa l’allora governo Renzi. Ora la "manna" va raccolta: se la situazione "favorevole" per il Tesoro continuasse si potrebbero emettere titoli a medio lungo termine a rendimenti più bassi di quelli in scadenza allungando al contempo la durata media del debito, altro fattore che abbassa il rischio Paese in quanto rende meno ingente l’emissione di titoli di stato annuali.

SI ALLONTANANO LE SPINTE EURO-CENTRIFUGHE. UNA MANNA PER TUTTI I DEBITORI


Se la situazione politica italiana si stabilizzasse offrendo la sensazione di avere allontanato gli spettri euro-centrifughi, di cui abbiamo avuto esperienza nel maggio 2018, con la bozza di programma poi rinnegata che ipotizzava l’uscita dall’euro, e poi ancora tre mesi fa con la sortita dei mini-Bot, il debito italiano sarebbe insieme a quello statunitense il solo tra i grandi paesi ad offrire ancora un rendimento positivo e lo ‘spread’ con il Portogallo e con la Spagna, al momento spiegabile solo per la instabilità politica italiana per l’esecutivo giallo- verde, potrebbe ridursi o forse anche azzerarsi. Tassi ai minimi sono una manna per tutti i debitori: non soltanto lo Stato ma anche le aziende fortemente indebitate o che devono finanziare piani di sviluppo di lungo termine, come le utility elettriche, le società di infrastrutture, le telecom, le aziende dei servizi, autostrade, ferrovie ecc, che devono rinegoziare i finanziamenti e, in teoria, anche le piccole e medie imprese. In teoria perché soprattutto in Italia l’erogazione del credito bancario resta sempre con il contagocce e costituisce uno dei più formidabili ostacoli alla crescita del Paese, visto che l’economia italiana si basa molto proprio su imprese di piccole e medie dimensioni.

UN PROBLEMA PER I PICCOLI RISPARMIATORI DA RISOLVERE CON LA DIVERSIFICAZIONE


Tassi ai minimi sono, al contrario, un bel problema per i piccoli risparmiatori abituati alle ricche cedole "senza rischi" garantite in passato da Bot e Btp. Per integrare il reddito questi risparmiatori devono ricorrere a fonti alternative di investimento, affidandosi a consulenti di fiducia oppure a un più rischioso "fai da te", impiegando i risparmi in titoli a più alto rischio, come gli high yield, il debito emergente, i fondi bilanciati o flessibili, il mercato azionario. In quest’ottica, cresce la necessità di diversificazione del portafoglio, che dovrebbe prevedere almeno un 30% di titoli in valuta non euro, soprattutto dollari Usa e yuan cinesi, e una quota strutturale in oro di almeno un 5% e fino al 10%, che rappresenta un impiego di "qualità" che stabilizza la performance di medio lungo termine.

La crisi rende attraente il debito italiano


La crisi rende attraente il debito italiano






FONDI PENSIONE COSTRETTI A CERCARE NUOVE FONTI DI RENDIMENTO


E tassi ai minimi o addirittura negativi sono una vera e propria sciagura per i fondi pensione, che cominciano a valutare le difficoltà ad erogare le future prestazioni previdenziali. Qualcuno sta già virando su investimenti alternativi, come infrastrutture ed energia alternativa, o aumentando la componente azionaria, magari privilegiando le aziende di alta qualità con buoni e sostenibili dividendi.

LA POSSIBILITA’ DI LIBERARE RISORSE IN MODO SANO E PULITO


Alla fine il mercato, che ha portato il rendimento del Btp sotto l’1%, non ha dato una valutazione politica, vale a dire non ha espresso una preferenza per l’orientamento del nuovo governo che si sta formando, ma piuttosto ha premiato la stabilità, che in caso si fosse andati a un voto anticipato sarebbe stata in forse almeno per un paio di mesi, oltretutto in coincidenza con la sessione di bilancio. Infatti, dopo l’apertura della crisi, alcuni investitori si pronunciavano a favore dalla stabilità "a prescindere", indipendentemente dal fatto che scaturisse da quella o quell’altra alchimia politica. Ora tra le sfide del governo che si appresta a nascere primeggia quella di cogliere l’occasione offerta dalla congiuntura astrale favorevole per abbattere il costo del debito. Anche perché così si liberano risorse in modo sano e pulito che possono andare a finanziare misure di stimolo alla crescita percorrendo la strada che piace al mercato e anche all’Europa.
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