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Liquidità determinante anche nel 2013

6 Novembre 2012 08:00
financialounge -  fondi monetari Fondi obbligazionari liquidità livello di rischio mercati azionari orizzonte temporale
Parcheggiare la liquidità sui conti online piuttosto che sui fondi monetari è una mossa che consente di aspettare l’occasione di investimento di medio lungo termine beneficiando della remunerazione del mercato monetario. Per questa peculiarità la liquidità viene ritenuta strategica dagli esperti anche per i prossimi 12 mesi.

Secondo i professionisti della finanza, infatti, i mercati azionari potranno offrire opportunità ma la volatilità resterà alta e quindi sarà opportuno aspettare un momento di correzione dei listini per aumentare il peso in Borsa. Allo stesso modo, il mercato obbligazionario continuerà a vedere i titoli di stato dei paesi ritenuti più solidi (Usa e Germania) offrire rendimenti schiacciati sui minimi storici e quelli dei paesi periferici ed emergenti garantire tassi più generosi a fronte di una maggiore rischiosità.

Per tutte queste ragioni la raccomandazione è quella di mantenere comunque una quota in liquidità in portafoglio tramite fondi monetari, pronti però a dirottare questo asset verso fondi azionari e obbligazionari non appena se ne presentasse l’occasione. D’altra parte chi avesse saputo muoversi tra liquidità e mercati finanziari avrebbe potuto ottenere rendimenti leggermente più cospicui di quelli medi dei fondi anche negli ultimi travagliati anni dei mercati finanziari.

Prendiamo, ad esempio, il 2010. In quell’anno il rendimento medio dei fondi si è attestato a +1,93%. Se però l’investitore fosse partito a gennaio 2010 con il 40% in fondi azionari, il 40% in fondi obbligazionario e il 20% in fondi monetari per mantenere le posizioni fino a giugno quando avrebbe poi aumentato al 60% l’esposizione in fondi azionari (dirottando su quesi fondi il 20% dei fondi monetari), il rendimento annuo finale sarebbe ammontato a +7,19%. Quest’anno invece partendo a gennaio con un portafoglio al 30% in equity, 40% in fondi monetari e 30% in bond, fino a maggio per poi passare al 60% in fondi azionari e al 40% in fondi obbligazionari (e azzerando la quota in fondi monetari) il risultato a fine settembre sarebbe stato pari a +8,72% contro il +6,36% della media dei fondi comuni.
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