L’invecchiamento della popolazione

L’indice di dipendenza degli anziani è ricavato in base al rapporto tra la popolazione di età superiore ai 65 anni e la popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni. È un indicatore importante per misurare il cosiddetto invecchiamento della popolazione un fenomeno che riguarda i principali Paesi occidentali con la sola eccezione degli Stati Uniti d’America che, grazie ai consistenti flussi di immigrati, è riuscito a mitigarne l’impatto.

Resta il fatto che questo indicatore che già oggi in Europa è al 25,9% nel 2060 balzerà al 52,6%. Tra i Paesi che dovrebbero avere un coefficiente ancora superiore nel 2060, figurano la Germania con il 59,9% (oggi al 31,3%), la Grecia al 56,7% (28,4% attualmente), la Spagna al 56,4% (che adesso veleggia al 24,7%), l’Italia al 56,7% (mentre attualmente è al 30,8%), l’Ungheria al 57,8% (contro l’odierno 24,2%), la Polonia al 64,6% (rispetto al 19% di adesso), il Portogallo al 57,2% (mentre oggi non va oltre il 26,7%) e la Svizzera al 54,4% (24,7% oggi).

Al contrario l’indice di dipendenza degli anziani risulterà nel 2060 inferiore alla media europea in Irlanda (36,6%), Belgio (43,3%), Danimarca (43,5%), Francia (46,6%), Finlandia (47,4%), Svezia (46,2%), Regno Unito (42,1%), Olanda (47,5%) e Norvegia (43,1%).

Il trend dell’invecchiamento della popolazione se, da un lato, indica un allungamento della vita media delle persone, dall’altro comporta impatti non indifferenti nel mondo del lavoro: i lavoratori sono costretti a rimanere più tempo in attività a discapito delle nuove generazioni che trovano sempre meno spazio nel mondo del lavoro.

A livello di domanda di beni e servizi, invece, l’invecchiamento della popolazione sostiene l’industria farmaceutica (chiamata a garantire una migliore qualità della vita ad un numero crescente di anziani con buone disponibilità economiche), quella tecnologica (per ottimizzare i servizi offerti) e quella della sicurezza (che ha l’obiettivo di assicurare che le proprietà degli anziani ricchi siano al sicuro).