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L'industria del Risparmio - 26 agosto 2013

27 Agosto 2013 11:00
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Da quando è scoppiato il caso Lehman Brothers con il successivo fallimento della banca d’affari americana, l’uso del termine rating è diventato più diffuso anche tra i piccoli risparmiatori. I quali, hanno cominciato a familiarizzare con i giudizi espressi dalle tre principali agenzie internazionali di merito di credito: Standard & Poor’s, Moody’s, Fitch.

È ormai noto che il giudizio di eccellenza è contraddistinto dalla tripla a (AAA) mentre i giudizi inferiori differiscono a seconda delle tre agenzie: per esempio, il livello minimo che delimita i cosiddetti titoli con rating investment grade sono BBB- per Standard & Poor’s, Baa3 per Moody’s e BBB- per Fitch. A partire quindi dal livello di BB+ di Standard & Poor’s, ovvero di Ba1 di Moody’s e BB+ di Fitch, si parla di titoli High Yield, altrimenti noto come investment grade speculativo.

Peccato che tutti i giudizi siano espressi in lettere e difficilmente comprensibili per i non addetti ai lavori. Ecco perché, alcune società di analisi indipendente, hanno messo a punto un rating proprietario che, sebbene sia fondato su criteri in comune a quelli in uso dagli analisti delle tre agenzie internazionali, è basato sui numeri con una scala da 10 (eccellenza) a 0 (default) passando per il 6 (soglia dell’investment grade).
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