Affari&Finanza
L'industria del Risparmio - 22 ottobre 2012
23 Ottobre 2012 11:00
Uno degli approcci di gestione tra i più utilizzati dai gestori di fondi e comparti azionari di Sicav è quello definito value. Il gestore che applica questo stile d’investimento, predilige i titoli azionari con caratteristiche difensive e con bassa volatilità.
Lo stile di gestione value è infatti quello che punta sui titoli di società contraddistinte da una solidità patrimoniale, dalla crescita lenta ma costante degli utili, dalla distribuzione di dividendi superiori alla media di mercato o dei concorrenti di settore e, soprattutto, sostenibili nel tempo. Caratteristiche che rendono questa tipologia di titoli in alcuni casi “noiosa” per gli investitori speculativi, ma che nel tempo ripaga in termini di tranquillità e di stabilità. Infatti la loro vera peculiarità sta nella variabilità delle quotazioni di Borsa tendenzialmente inferiore alla media degli indici azionari, soprattutto nelle fasi piu` turbolente dei mercati.
Il gestore che adotta uno stile value, tende pertanto ad evitare le mode o le tendenze momentanee di Borsa, rinunciando a rapidi (potenzialmente effimeri) guadagni, ma al contrario predilige la qualità dei dati di bilancio (patrimonio netto, utili, dividendi, crescita del fatturato e dei margini anno dopo anno, affermazione del marchio aziendale, ecc).
Un esempio storico importante da citare è quanto accadde tra il 1999 e il 2001. Tra il febbraio 1999 e il febbraio 2000 l’indice azionario Usa growth registrò un rialzo del 23,12%, trainato dal boom del settore tecnologico (+77,08%) a fronte di un guadagno del 9,24% dell’indice azionario value: nei 12 mesi successivi, invece, e cioè dal febbraio 2000 al febbraio 2001, il paniere azionario value guadagnò il 17,57% contro il -12,17% dell’indice azionario growth, trascinato al ribasso dal crollo del settore hi tech (-52,61%).
Di solito, le società di tipo value rientrano nei settori dell’energia, dei servizi di pubblica utilità (acqua, elettricità, telefonia, gas), delle comunicazioni (autostrade, ferrovie), della farmaceutica, e del segmento alimentare e dei beni di prima necessità.
Lo stile di gestione value è infatti quello che punta sui titoli di società contraddistinte da una solidità patrimoniale, dalla crescita lenta ma costante degli utili, dalla distribuzione di dividendi superiori alla media di mercato o dei concorrenti di settore e, soprattutto, sostenibili nel tempo. Caratteristiche che rendono questa tipologia di titoli in alcuni casi “noiosa” per gli investitori speculativi, ma che nel tempo ripaga in termini di tranquillità e di stabilità. Infatti la loro vera peculiarità sta nella variabilità delle quotazioni di Borsa tendenzialmente inferiore alla media degli indici azionari, soprattutto nelle fasi piu` turbolente dei mercati.
Il gestore che adotta uno stile value, tende pertanto ad evitare le mode o le tendenze momentanee di Borsa, rinunciando a rapidi (potenzialmente effimeri) guadagni, ma al contrario predilige la qualità dei dati di bilancio (patrimonio netto, utili, dividendi, crescita del fatturato e dei margini anno dopo anno, affermazione del marchio aziendale, ecc).
Un esempio storico importante da citare è quanto accadde tra il 1999 e il 2001. Tra il febbraio 1999 e il febbraio 2000 l’indice azionario Usa growth registrò un rialzo del 23,12%, trainato dal boom del settore tecnologico (+77,08%) a fronte di un guadagno del 9,24% dell’indice azionario value: nei 12 mesi successivi, invece, e cioè dal febbraio 2000 al febbraio 2001, il paniere azionario value guadagnò il 17,57% contro il -12,17% dell’indice azionario growth, trascinato al ribasso dal crollo del settore hi tech (-52,61%).
Di solito, le società di tipo value rientrano nei settori dell’energia, dei servizi di pubblica utilità (acqua, elettricità, telefonia, gas), delle comunicazioni (autostrade, ferrovie), della farmaceutica, e del segmento alimentare e dei beni di prima necessità.
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