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L'industria del Risparmio - 06 maggio 2013

7 Maggio 2013 14:00
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C’è un aspetto che negli ultimi anni sta assumendo un rilievo crescente nella scelta dei titoli azionari da parte dei gestori professionali di fondi e sicav: la corporate governance.

Si tratta di quel complesso sistema di regole, strumenti e meccanismi di controllo che devono essere messi in atto dalla società per consentire agli azionisti, estranei alla gestione, una valutazione corretta del ruolo e delle attività svolte dagli amministratori aziendali. È quello che, in italiano, viene definito il governo societario il cui obiettivo primario consiste nel far convergere il più possibile gli interessi del management con quelli dei soci azionisti.

La corporate governance, pertanto, tende a ottimizzare, in termini di trasparenza e informazioni, le relazioni tra i soggetti che a vario titolo detengano un qualunque interesse nella società e le finalità per la quale l’impresa è amministrata e gestita. Obiettivi sempre più apprezzati dopo alcuni eventi traumatici per gli investitori (il fallimento Lehman Brothers, in primis) che hanno alimentato una nuova forte esigenza di massima trasparenza a tutti i livelli societari dai bilanci allo stato patrimoniale fino a tutte le funzioni manageriali.

In questo contesto i direttori investimenti di fondi e sicav a gestione attiva pretendono che la società quotata in Borsa nella quale intendano investire sia caratterizzata da un elevato standing qualitativo sotto l’aspetto del governo societario. Per esempio, possono evitare un’azienda con un ottimo posizionamento geografico e di settore, un valido management, buoni margini operativi, e robusti flussi di cassa, per investire in un’altra impresa con parametri leggermente inferiori a questi ma che possa vantare una eccellente corporate governance.

Oppure, possono preferire l’investimento indiretto negli emerging markets tramite aziende europee con un ampio giro d’affari nei paesi in via di sviluppo per assicurarsi un buon governo societario: la corporate governance, infatti, è un traguardo ancora da conquistare per molte aziende dei paesi emergenti.
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