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L’era della sharing economy

4 Aprile 2014 14:00
financialounge -  Airbnb app google sharing economy uber
Probabilmente è ancora presto per parlare di una reale trasformazione degli attuali modelli economici, ma l’era della cosiddetta “sharing economy”, l’economia della condivisione, si sta avvicinando sempre di più.

I primi positivi segnali si possono osservare nel settore delle nuove tecnologie, con le tante applicazioni per smartphone che stanno svolgendo un ruolo un po’ da apripista. E a guardare i numeri, sembra che il mercato gli stia dando ragione.
Gli esempi e le case history di applicazioni che ci stanno traghettando verso l'economia della condivisione ce ne sono tanti e Airbnb è sicuramente la casistica più importante. Il sito permette di prendere in affitto stanze, appartamenti ed alloggi contattando direttamente il proprietario, senza intermediari. A parte una percentuale tutta la somma pagata va direttamente agli affittuari. Con un valore stimato intorno ai 10 miliardi di dollari Airbnb supera le realtà tradizionali del settore alberghiero, quale ad esempio Hyatt Hotels, valutata “solo” 8,4 miliardi di dollari.

Tralasciando i dubbi su possibili nuove bolle, è evidente come la sharing economy stia incominciando a cambiare i paradigmi dell’economia globale. L’economista Jeremy Rifkin ha affermato che casi come quello di Airbnb “Sono il segno di una reale ed enorme trasformazione in atto nell’economia globale, che ha forti implicazioni per tutti noi”.

Ma di esperienze simili all’app degli appartamenti ce ne sono tanti ed in campi differenti. Un altro esempio è BlaBlacar: un’app per cercare e trovare passaggi in auto. L’app fa incontrare domanda ed offerta, chi dispone di una macchina e chi cerca un passaggio. In cambio di un sedile ci si divide benzina e casello. Un altro esempio è Style Lend, un portale che facilita lo scambio di abiti di design o alta moda. O ancora Etsy: anche in questo caso si tratta di un portale diretto tra produttore e consumatore, dove si possono vendere e comprare manufatti artigianali.

Tutto semplice allora? Non proprio. Le resistenze da parte delle strutture tradizionali sono ancora molto forti e l’ingresso di nuove applicazioni e portali sono spesso visti come una concreta minaccia allo status quo esistente. In questo caso è significativa la battaglia che sta conducendo in tutta Europa Uber, l’app per il noleggio privato di un auto con conducente, oggetto della contestazione di moltissimi tassisti. Ma altrettanto significativo è anche il round di finanziamenti che la società ha ricevuto in appena quattro anni di vita: nel 2011 circa 11 milioni di dollari e a fine agosto quasi 260 milioni di dollari direttamente da Google.
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