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Le nuove frontiere del made in Italy

30 Dicembre 2013 09:10
financialounge -  esportazioni industria infrastrutture Made In Italy Settore chimico settore tecnologico
Meno male che c’è l’export. Potrebbe essere questa la giusta esclamazione di un osservatore attento che guarda al continuo calo dei consumi interni italiani e alla progressione delle esportazioni. Un trend che, per fortuna del nostro paese, non si è arrestato neppure in questi ultimi difficili anni di recessione e che ha permesso di limitare i devastanti danni provocati alla produzione e al commercio da un mercato interno sempre più asfittico.

Basti pensare che, in base al monitor di Intesa Sanpaolo sui distretti industriali italiani, si scopre che nel terzo trimestre di quest’anno il loro tasso di incremento tendenziale si è attestato al +5,5%, contro il +2,6% della aree non distrettuali, il +0,3% della media del sistema manifatturiero italiano, e il -2,6% di quello francese e il -3,1% di quello tedesco. Sono saliti a 15 i trimestri consecutivi di crescita che hanno permesso di recuperare e superare i livelli pre crisi.

Ma per il 2014 e per i prossimi anni, gli obiettivi del made in Italy sono più ambiziosi: consolidare la crescita nei mercati dove il nostro export è maturo e ampliare la penetrazione nei nuovi mercati. E tra questi l’Africa e la Penisola Arabica rappresentano due tra i principali target commerciali. Nel mirino del nostro made in Italy figurano soprattutto l’Algeria, il Marocco, il Congo, il Mozambico, il Kenia, il Sudafrica, la Nigeria, il Ghana, il Senegal, l’Oman, il Qatar, l’Arabia Saudita, il Kuwait e gli Emirati Arabi Uniti.

Tra questi, in base all’analisi contenuta nell’ultimo Rapporto Export di Sace, il gruppo assicurativo-finanziario controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti che assicura i rischi a cui sono esposte le aziende italiane nelle loro transazioni internazionali e negli investimenti all'estero, particolarmente interessanti per i nuovi mercati internazionali risultano essere i prodotti dei nostri settori a medio-alta tecnologia, la meccanica strumentale, le apparecchiature elettriche, l’industria estrattiva, le imprese specializzate nelle infrastrutture e la chimica.
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