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Le barriere protezionistiche degli emerging markets

25 Ottobre 2013 08:00
financialounge -  Argentina brasile dogana esportazioni indonesia mercati emergenti Russia sudafrica
Cresce il rischio protezionismo nei paesi emergenti. A lanciare l’allarme sono le autorità di controllo della UE che in base ad un rapporto della apposita Commissione ha rivelato che diversi paesi emergenti, tra i quali Argentina, Brasile, Sudafrica, Russia, Cina, India, Indonesia, hanno continuato ad applicare un numero elevato di misure commerciali potenzialmente restrittive.

La relazione, in particolare, ha evidenziato che negli ultimi 12 mesi, tra giugno 2012 e giugno 2013, sono state individuati 154 provvedimenti di carattere protezionistico nei 31 principali partner commerciali con l’Europa. Le misure ostative al libero commercio hanno riguardato le barriere doganali (59 casi), le barriere non tariffarie (19), gli appalti pubblici (24), alcune limitazioni ai servizi e agli investimenti (16), gli incentivi all’export (12) e le restrizioni all’export (8).

Il fenomeno sembra aumentare negli ultimi anni dal momento che dal 2008 al giugno 2013 sono state contate ben 690 misure commerciali restrittive adottate dai paesi in via di sviluppo. La top five di questa non meritevole classifica vede al primo posto l’Argentina, seguita da Russia, Indonesia, Brasile e Sudafrica. Il Brasile, per esempio, ha varato tasse all’import e sgravi finanziari per il made in Brasile votato all’export, l’Argentina ha aumentato i dazi sull’import e imposto che i rifornimenti delle auto blu siano fatti in esclusiva dalla compagni petrolifera nazionale, la Russia ha invece alzato le difese per l’industria automobilistica.
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