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Christine Lagarde

L’attacco a Draghi-Lagarde e la guerra di successione europea

Dopo quasi 15 anni a trazione Merkel, Parigi cerca di riprendere il pallino con Lagarde alla Bce e punta a un nuovo equilibrio. Ma da una Germania divisa parte l’attacco ai tassi negativi, che però ai francesi piacciono

di Redazione 7 Ottobre 2019 09:30
financialounge -  Christine Lagarde germania Mario Draghi Unione europea Weekly Bulletin

La storia dell’Europa post-bellica si può leggere come quella di un lunghissimo matrimonio punteggiato da qualche screzio tra Francia e Germania. Per periodi molto lunghi i due partner sono stati una coppia affiatata e bilanciata, come gli oltre 15 anni a trazione Mitterrand-Kohl tra l’inizio degli anni '80 e metà dei '90, con il secondo che lasciava volentieri al primo il ruolo di primadonna sul palcoscenico mondiale ma poi portava a casa risultati sostanziosi, come l’unificazione tedesca realizzata proprio durante la leadership di quella coppia. E per periodi altrettanto lunghi la relazione è stata sbilanciata, come nei lunghi anni di Angela Merkel, arrivata alla cancelleria nel 2005 quando all’Eliseo c’era ancora Jacques Chirac, sopravvissuta in totale a ben quattro presidenti francesi, passando per Nicolas Sarkozy, François Hollande e alla fine Emmanuel Macron. Ora anche questa fase si sta concludendo, Merkel è sul viale del tramonto, ma non si sa se Macron potrebbe essere un nuovo Mitterrand che sta muovendo i primi passi o solo una cometa passeggera.

AUSTERITY, BREXIT E UCRAINA I TRE FALLIMENTI FIRMATI GERMANIA


L’eredità di quasi 15 anni di Europa a trazione Merkel è fatta anche di fallimenti. Il più grande e più ovvio si chiama austerity, che ha portato tutta l’Unione alla crescita zero, che ora sta contagiando anche la Germania. Senza Draghi l’euro sarebbe stata la vittima principale. Il secondo meno ovvio ma più pesante si chiama Brexit. Propabilmente i britannici non avrebbero mai votato di uscire da un’Europa a trazione francese, ma vedersi le condizioni per restare dettate da una cancelliera germanica e dal suo attendente lussemburghese non lo hanno mandato giù. Anche se le concessioni fatte nel 2016 a David Cameron erano generose, hanno scelto di andarsene come a Dunkerque nel 1940. Il terzo fallimento è stata la presunzione di guidare la politica estera puntando all’espansione dell’Unione a est, con il tentativo maldestro di inglobare l’Ucraina. Molto saggiamente la Germania negli anni precedenti aveva lasciato ai francesi il ruolo di portabandiera europei nel mondo, contentandosi del primato economico, che non era male.

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IL DEBITO FRANCESE CORRE PIÙ DI QUELLO ITALIANO, E I TASSI NEGATIVI AIUTANO


Ora si stanno riaprendo tutti i giochi. La prima mossa l’ha fatta la Francia piazzando Christine Lagarde al posto di Draghi alla guida della Bce. Una mossa concordata con la Merkel in cambio del sostegno a Ursula von der Leyen alla guida della Commissione, ma che a molti in Germania non è andata giù. E infatti sono partiti gli attacchi violenti alla politica dei tassi negativi che non hanno certo come obiettivo Draghi, che può andarsene come l’eroe che ha salvato l’euro, ma la francese ex direttora del Fmi, che si ritrova il terreno minato prima ancora di mettere fisicamente piede nell’Eurotower il primo novembre. Ai francesi i tassi negativi piacciono sicuramente molto, per un motivo che si chiama debito pubblico. Quello di Parigi durante l’estate ha affiancato per dimensione il debito italiano, poco sotto i 2.400 mld. Il rapporto con il Pil è più basso, ancora sotto il 100%, solo perché l’economia è più grande. Ma, come si vede nel grafico qui sotto, la crescita del debito francese è molto più veloce di quella italiana.


L’ATTACCO ALLA LAGARDE SOLO IL PRIMO CAPITOLO DI UNA GUERRA DI SUCCESSIONE


In contemporanea, il bazooka nuovamente impugnato da Draghi ha spinto i rendimenti francesi sottozero. Il che vuol dire che possono emettere nuovo debito senza fare deficit, che comunque viaggia al 2,5%. I tedeschi non hanno il problema di finanziare in deficit la spesa pubblica, che ora serve anche a loro per rilanciare gli investimenti. Sono seduti su una montagna di surplus di bilancio. Per la precisione 58 mld nel 2018 e ben 45,3 mld nei primi sei mesi del 2019, un record storico nonostante il rallentamento di export e economia. I tassi sottozero invece fanno male alle grandi banche e assicurazioni tedesche, che non sanno dove mettere i soldi per farli fruttare qualcosa. L’attacco a Draghi-Lagarde sulla politica monetaria è solo il primo capitolo di un confronto che potrebbe diventare anche aspro per l’egemonia nella nuova Europa, e che potrebbe anche vedere Parigi appoggiarsi alla stampella italiana.

BOTTOM LINE


Un passaggio forse storico è appena iniziato. Il macigno dell’austerity è stato tolto dal tavolo, ma lo scontro si è spostato sulla politica monetaria, che sotto la guida di Draghi ha salvato l’euro e reso sostenibile il debito non solo italiano, ma anche francese. A questo confronto la Germania si presenta divisa, la Francia apparentemente compatta, l’Italia ri-incollata alla meglio dopo la crisi estiva. Mercati e investitori per ora stanno a guardare, ma sono della partita e conteranno non poco.
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