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La volatilità crea opportunità maggiori per i gestori attivi

Nel 2018 la volatilità dovrebbe coinvolgere tutte le asset class creando una maggiore dispersione delle performance e, in parallelo, più occasioni per i gestori attivi.

22 Febbraio 2018 09:33
financialounge -  Candriam correzione di borsa gestione attiva Nadège Dufossé volatilità

Dopo un lungo periodo di volatilità dei mercati ai minimi, improvvisamente all’inizio di febbraio si è assistito ad un balzo significativo dell’indice VIX. Quest’ultimo rappresenta la volatilità implicita a 30 giorni delle opzioni sull’indice S&P500 di Wall Street: in pratica, se la propensione ad acquistare opzioni è maggiore di quella a venderle, a parità di altre condizioni, la volatilità implicita aumenta e con essa il valore del VIX e viceversa.

Ebbene, dal luglio 2016 al dicembre 2017, il valore medio del VIX si è attestato al di sotto di quota 12 mentre la sua media negli ultimi 25 anni si è posizionata a quota 20. Questo divario è spiegabile in base a tante ragioni ma le principali risiedono in un contesto di ampia liquidità sui mercati finanziari, garantita dalle politiche ultra accomodanti messe in campo dalle principali banche centrali del mondo per fronteggiare la più grave crisi economica del dopoguerra. Inoltre, la crescita economica diffusa a livello globale con un’inflazione ancora ben al di sotto del due per cento ha reso, nel corso del 2017, particolarmente compiacenti gli investitori, convincendoli che il clima idilliaco sui mercati potesse proseguire senza soluzione di continuità.

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A febbraio, però, come si diceva, si è materializzato il brusco risveglio. E, sebbene sia abbastanza chiaro che il balzo della volatilità sia stato amplificato da fattori tecnici che nulla hanno a che fare con l’economia reale (che invece continua a brillare), gli investitori farebbero bene a non liquidare in fretta come fisiologica e transitoria la correzione dei mercati. Anche perché le valutazioni, sia in ambito azionario e sia, soprattutto, in campo obbligazionario, restano tutt’altro che convenienti.

“Un regime di volatilità più elevato è di solito associato a un’economia in contrazione. Noi però non prevediamo tale scenario nel prossimo futuro” puntualizza Nadège Dufossé, CFA, Head of Asset Allocation di Candriam Investors Group che segnala un aspetto importante: sia durante una fase di contrazione che di ripresa, una volta che l'economia inizia a indebolirsi, la volatilità tra le asset class rimane elevata finché l’economia non torna a espandersi. L’incremento della volatilità delle quotazioni degli asset si spiega, in tale contesto, con l’incertezza che pervade gli investitori. Nadège Dufossé ritiene probabile per l’anno in corso un proseguimento della crescita (seppur in lieve rallentamento) con un’inflazione contenuta (ma in lieve rialzo): un rallentamento più pronunciato dello slancio dell’espansione potrebbe invece determinare un regime di volatilità leggermente più elevato.

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“Ne deriva che nel 2018 la volatilità abbraccerà tutte le asset class, dal momento che la probabilità che lo slancio economico tocchi il suo picco massimo. Di conseguenza, il nuovo regime di volatilità leggermente più elevato dovrebbe portare a una maggiore dispersione delle performance e pertanto anche a maggiori opportunità per i gestori attivi” conclude Nadège Dufossé.
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