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Abenomics

La scommessa del Giappone

3 Agosto 2015 14:57
financialounge -  Abenomics consumi giappone mercati azionari Shinzo Abe
Che fine ha fatto il Giappone? Tutti i titoli sono per la Cina, che non corre più come una volta, e fa paura. Ma il suo vicino di casa sembra meno preoccupato rispetto a economie di paesi all’altro capo del mondo. Almeno se si guarda al comportamento dei mercati.
Quando il primo ministro Shinzo Abe arrivò al potere nel dicembre del 2012, l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo viaggiava qualche centinaio di punti sopra quota 9.000, mentre a fine luglio 2015 tiene 20.000, ai massimi da quasi vent’anni.

Per Abe si prepara un agosto fitto di politica. Se lo supera indenne potrà tornare a dedicarsi all’Abenomics per tentare di rilanciare i consumi interni, il tassello che ancora manca al secondo miracolo economico giapponese dopo quello del dopoguerra.
Proprio il giorno di Ferragosto si celebrano i 70 anni dalla fine del conflitto nel Pacifico, ed è molto atteso il discorso del primo ministro, che proprio in questi giorni sta cercando di allargare gli orizzonti militari del piccolo paese che ospita la terza economia mondiale.
Il Giappone ormai viene dopo la Cina per grandezze assolute, anche se la sua piazza finanziaria è un vero mercato moderno, non il casinò della Borsa di Shanghai dove non si capisce chi sono i giocatori e chi tiene il banco.

La popolarità di Abe è scesa dai massimi e viaggia al 35-40% rispetto al 50-60% di sei mesi fa, quando tutto il mondo guardava ammirato ai miracoli dell’Abenomics.
In Giappone alcuni spiegano che proprio il calo di popolarità di Abe è all’origine, molto più di Grecia e Cina, della recente battuta d’arresto, sempre sui massimi, della Borsa di Tokyo. Ma secondo diversi osservatori il mercato azionario giapponese resta impostato al rialzo e potrebbe riprendere la corsa tra settembre e ottobre, con l’inizio del dibattito sulla legge di bilancio e nuove misure pro-crescita, che spingano finalmente i consumi di giovani e pensionati.
Prima però Abe deve affrontare passaggi importanti: la ratificazione del trattato sulla Trans-Pacific Partnership con gli Stati Uniti, il riavvio del primo reattore nucleare del dopo-Fukushima e soprattutto, a metà settembre, la rielezione alla guida del partito LDP per altri tre anni. Una rielezione per acclamazione gli darebbe la spinta per portare a casa senza problemi l’agenda economica di fine anno.

Dal punto di vista dell’investitore il Giappone presenta un profilo asimmetrico: qualche rischio a brevissimo termine e buone prospettive nel medio lungo, se Abe riesce a non farsi scalfire il programma pro-crescita. Il vero indicatore da guardare, prima ancora della Borsa, è il mercato immobiliare. Se Abe riesce a farlo ripartire, per l’economia si apre un’autostrada.
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