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La porta d’oriente per il Made in Italy

5 Dicembre 2013 08:00
financialounge -  cina italia Made In Italy Shanghai
Avevamo accennato, in un precedente articolo, al progetto della creazione della nuova free trade zone (cioè la zona di libero scambio) di Shanghai ampia qualcosa come 28,78 chilometri quadrati e in grado di generare 100 miliardi di dollari di giro d’affari l’anno. E avevamo sottolineato come questa nuova free trade zone rappresentasse una interessante opportunità per il made in Italy.

Ebbene le ultime indicazioni provenienti dagli imprenditori italiani già attivi in Cina parlano di una fase due per il made in Italy in terra cinese. Una nuova fase, nella quale occorre incrociare opportunamente la presenza logistica con quella online. In altre parole, oggi più che mai, è importante essere presenti sul mercato cinese ma scegliendo una strategia appropriata.

Chi opta per una presenza fisica, con tanto di negozi di proprietà, è indispensabile che scelga il punto giusto perché secondo gli esperti del mercato cinese non c’è niente di peggio che sbagliare il posto, soprattutto a Shanghai. Per chi invece optasse per la distribuzione dei marchi tramite l’online deve puntare a un eccellente rapporto qualità/prezzo sfruttando le potenzialità delle piattaforme innovative, gli outlet, i canali e-commerce sia italiani che cinesi quali, per esempio, Yoox, Vip Shop e Fclub o anche piattaforme più generaliste quali T-Mall, TaoBao e 360Buy.

Una scelta, quest’ultima, particolarmente interessante, per i marchi di cosiddetta seconda fascia con buon rapporto prezzo/qualità che risultano tuttora meno riconoscibili rispetto ai grandi marchi del made in Italy quali Armani, Biagiotti, Dolce & Gabbana, Gucci, Max Mara, Prada, Tod’s, Versace e Zegna.
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