La marcia in più dell’high yield euro

Il 2013 si è chiuso con rendimenti positivi ma non certo esaltanti per i sottoscrittori di fondi a reddito fisso. In base all’indice generale dei fondi obbligazionari al 27 dicembre scorso, infatti, il rialzo da inizio anno è dell’1,90%: un risultato positivo se confrontato con l’ultimo dato dell’inflazione italiana (+0,66%) e alla luce del contraccolpo del mercato subito tra maggio e giugno a seguito del brusco aumento dei tassi di interesse, ma che non può essere definito molto soddisfacente.

Meglio è andata ai sottoscrittori di fondi obbligazionari euro corporate bond investment grade (+3,52%) e molto meglio ai possessori di quote di comparti high yield euro (+7,35%). Merito sia della gestione attiva che dell’extra rendimento che i titoli societari hanno saputo garantire rispetto ai titoli governativi di pari durata. Ma con il 2014, le cose si fanno molto più difficili. I fondi obbligazionari euro corporate bond, hanno visto ridursi al minimo l’extra rendimento mentre quelli high yield, pur mantenendo un discreto cuscinetto (inteso come valore delle cedole) non possono garantire di neutralizzare i possibili effetti di un nuovo aumento dei tassi di interesse.

La parola d’ordine per i gestori di high yield euro è diversificare selezionando la qualità. Non basterà cioè investire in decine di diversi emittenti ma ancora più importante sarà riuscire a scegliere quelli sottovalutati dal mercato, quelli solidi e correttamente valutati e quindi a minor rischio di declassamento del rating, quelli che rispetto ai competitor di settore mostrino tassi di crescita e flussi di cassa migliori.

Un esercizio che soltanto i migliori team di gestione potranno assicurare come quelli dei fondi che nel già nel 2013 hanno saputo mostrarsi al di sopra della media di mercato come nel caso dei comparti Schroder ISF EURO High Yield, Pictet-EUR High Yield, FF - European High Yield, Natixis Euro High Income Fund R/A, Pioneer Funds - Euro High Yield, Parvest Bond Euro High Yield.