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La Cina rallenta, ma l’export di armi vola

23 Febbraio 2016 09:19
financialounge -  armi cina esportazioni
Le esportazioni cinesi rallentano insieme all’economia, ma non quelle di armi. Che anzi viaggiano a gonfie vele grazie a un’industria bellica sempre più sofisticata e diversificata.

Secondo quanto scrive l’International Peace Research Institute di Stoccoloma in un rapporto sull’industria globale delle armi la Cina ha quasi raddoppiato le sue esportazioni di armamenti negli ultimi 5 anni e si è portata al terzo posto come produttore grazie a ingenti investimenti. La produzione di armi cinese non è destinata solo ai mercati globali. Sempre secondo il rapporto, tra il 2011 e il 2015 le importazioni di armi in Cina sono diminuite del 25% indicando un crescente affidamento sulla qualità oltre che sulla quantità della produzione domestica. In termini di quote di mercato globale le armi cinesi hanno però ancora molta strada da fare. Oggi sfiorano il 6% delle esportazioni mondiali di armi in un mercato dominato da Stati Uniti e Russia, di gran lunga i primi due esportatori del pianeta.

Ma i passi avanti fatti dalla Cina sono comunque impressionanti, fino a una decina di anni fa riuscivano a produrre solo armi a basso contenuto tecnologico, oggi hanno fatto un salto di qualità e stanno conquistando mercati sempre più sofisticati. Una delle motivazioni che spinge la Cina è quella di dotarsi di un apparato di difesa d’avanguardia capace di sostenere le crescenti ambizioni nel Mar della Cina e nell’Oceano indiano. Ambizioni costose, anche se poi ripagate in parte dalle vendite all’estero.

Nel 2015 la spesa militare di Pechino ha raggiunto i 142 miliardi di dollari, più 10 per cento sul 2014. L’export di armi cinese sembra crescere ai danni di Francia e Germania, che hanno segnato una flessione, che invece USA e Russia non conoscono: gli ultimi dati parlano di aumento dell’export del 27 e del 28 per cento rispettivamente.

Gran parte delle armi cinesi finisce in Asia Pacifico. Il miglior cliente in assoluto è il Pakistan, che da solo compra il 35% delle armi esportate dalla Cina, seguito da Bangladesh e Myanmar.
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