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La BCE preferisce non svelare le sue carte per il 2014

6 Dicembre 2013 09:00
financialounge -  BCE crescita economica Eurozona LTRO Mario Draghi
Un punto fermo, uno quasi e il terzo, il più importante per i mercati finanziari, ancora avvolto nella nebbia. Può essere descritto così lo scenario della zona euro dopo la conferenza stampa di ieri del Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi.

Il punto fermo riguarda l’inflazione. Secondo il numero uno della BCE, potremmo avere a che fare con un prolungato periodo di basi prezzi al consumo seguito da un graduale movimento verso un tasso più vicino al 2%: le nuove indicazioni trimestrale della BCE ipotizzano una inflazione media annua dell’1,4% nel 2013 e dell’1,3% sul 2015. Il capitolo sulla crescita, sebbene non mancano i rischi di una congiuntura sbilanciata al ribasso, è quello quasi certo: gli ultimi dati prevedono un aumento del PIL dell’Eurozona all’1,1% per i 2014 e all’1,5% nel 2015.

Quando però si passa a cercare di capire quali strumenti potranno essere utilizzati dalla BCE in questo contesto, ecco che non trapela nessuna certezza. Pur avendo a disposizione una vasta gamma di strumenti con i quali intervenire - dal tasso negativo sui depositi marginali ad una nuova operazione 'Ltro' fino all’eventualità di non sterilizzare completamente gli acquisti del programma del Securities Market Program–SMP - Draghi ieri non ha svelato le carte.

Gli unici dettagli hanno riguardato la precisazione che, in occasione del consiglio di ieri di politica monetaria, nessuno degli aventi diritto al voto ha sollecitato un nuovo taglio dei tassi e che una eventuale nuova Long Term Refinancing Operation (LTRO) non potrà essere utilizzata dalle banche per finanziare gli Stati, ma sarà riservata a riattivare il circolo del credito. Troppo poco per i mercati che invece si aspettavano qualcosa di molto più concreto.
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