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Italiani, risparmiano più di tutti per l’educazione dei figli

3 Giugno 2016 08:30
financialounge -  italia Legg Mason risparmio
L’instabilità economica globale ma anche, più in particolare, quella del nostro paese. Sono due tra le variabili che più preoccupano le famiglie italiane propense ad investire sebbene ciò che sembra creare loro le maggiori apprensioni resta la volatilità sui mercati degli ultimi 12 mesi, in particolare i picchi registrati nell’estate 2015 e quelli materializzatisi nei primi due mesi di quest’anno: picchi, per molti investitori, ritenuti qualcosa di mai visto in precedenza.

Anche perché, le ragioni di tali turbolenze non sono mai state affatto chiarite. Infatti il crollo dei mercati del 2008-2009 fu ampiamente imputabile al fallimento della banca d’affari americana Lehman Brothers (e alle conseguenze di tale crac sui mercati finanziari di tutto il mondo): anche la forte instabilità generata nell’estate 2011 fu generata dalla crisi del debito sovrano della zona euro. Ma stavolta non sembrano essere sufficienti le ragioni relative alle preoccupazioni circa il rallentamento cinese e nemmeno quelle derivanti dal crollo del petrolio (che, peraltro, sta registrando segnali di ripresa piuttosto evidenti).

D’altra parte la prudenza negli investimenti è anche dettata dall’ammissione di non essere sicuri delle mosse di investimento che si stanno attuando: in base ai dati raccolti nella quarta edizione della Global Investment Survey, realizzata da Legg Mason Global Asset Management in 19 paesi sulla base delle risposte di oltre 5.000 intervistati, il 62% degli investitori italiani si dichiara preoccupato di non avere una piena comprensione dei prodotti in cui investe, mentre la media europea è del 56%.

Ma allora, perché si investe?

Sono diversi gli obiettivi che spingono gli italiani a farlo: sempre secondo quanto emerge dalla Global Investment Survey, il 68% vuole permettersi un livello di vita agiato, il 53% punta a realizzare un tesoretto per quando andrà in pensione, il 48% vuole costruire un patrimonio da lasciare a figli ed eredi mentre il 25% afferma che tra gli obiettivi vi è quello di mettere da parte un capitale da investire per l’educazione dei propri figli; la percentuale riguardante quest’ultima voce è la più alta registrata tra i paesi europei (13% nel Regno Unito e Svezia, 18% Germania, 19% Francia).
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