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Per l’Italia l'ora del giudizio, al via oggi nuova emissione Btp Italia

Il primo test sarà la risposta dei risparmiatori al Btp Italia, poi starà ai mercati valutare la capacità di gestire la ripartenza e mettere mano a riforme radicali. L’alternativa è tra crescita e depressione profonda

di Stefano Caratelli 18 Maggio 2020 08:59
financialounge -  btp italia coronavirus fase 2 italia Morning News

O riapriamo l’economia adesso e impariamo a convivere con il virus, o ci aspetta una depressione economica, non sappiamo quanto lunga e profonda. È il bivio cui si trovano di fronte i principali Paesi sviluppati, dall’America all’Europa. Ed è un dilemma che accomuna Wall Street e Main Street, vale a dire i capitali investiti sul futuro e l’uomo della strada che deve far tornare i conti a fine mese. Un dilemma che non riguarda invece quella che il Wall Street Journal chiama la ‘overclass’, la schiera ristretta ma influente di esperti o presunti tali che, al riparo di redditi elevati e non minacciati dal blocco dell’economia auto-inflitto per contenere il contagio, sono costantemente in tv e sui giornali a spiegare che bisogna restare in lockdown a tempo indeterminato, costi quel che costi, tanto il conto non lo pagheranno loro. Ed è un dilemma che vede l’Italia più esposta di tutti gli altri Paesi avanzati, perché alla crisi ci è arrivata stremata da dieci anni di crescita zero.


SE NON SI RICOSTRUISCE LA FIDUCIA DI IMPRESE E INVESTITORI, STRADA APERTA ALLA DEPRESSIONE


In questo maggio del 2020 per l’Italia e per la fiducia nel Paese degli investitori è arrivato il momento della verità. O nei prossimi mesi si ricostruisce la fiducia di operatori economici e investitori, oppure sembra spianata la strada per passare dalla crescita zero di prima del virus a una lunga e profonda depressione. Un primo test di questo momento della verità arriva questa settimana con l’emissione da parte del Tesoro italiano del nuovo Btp Italia. Non sarà tanto un test della fiducia dei grandi investitori, quanto una specie di referendum tra i risparmiatori italiani sulla gestione fin qui condotta della crisi da virus. L’ordine di grandezza è intorno ai 15 miliardi di euro, prendendo a riferimento il BTP Italia scaduto ad aprile che valeva 14 miliardi. Il collocamento andrà avanti per quasi tutta la settimana e sarà diretto soprattutto al mercato al dettaglio.


IL NUOVO BTP ITALIA POTREBBE DIVENTARE UN REFERENDUM TRA I RISPARMIATORI


Le ultime emissioni di debito rivolte agli investitori istituzionali sono andate molto bene il mese scorso, attraendo una domanda di ben 110 miliardi. La nuova emissione, esplicitamente collegata all’emergenza Covid, avrà una cedola minima dell’1,4% sulla scadenza di cinque anni. A differenza di precedenti emissioni, non è prevista una chiusura anticipata, il che dovrebbe consentire un forte flusso di domanda. L’ultimo collocamento al dettaglio del Btp Italia risale ad ottobre quando andò bene, con la raccolta di quasi 7 miliardi, mentre l’emissione precedente di novembre 2018 non fu brillante, e fu letta come una sorta di voto di sfiducia dei risparmiatori nei confronti dell’allora governo sostenuto dalla coalizione M5S-Lega, con i piccoli che sottoscrissero appena 860 milioni dell’emissione da oltre 2 miliardi, salvata dall’intervento degli investitori istituzionali.


PER FAR TORNARE LA FIDUCIA BISOGNA TRASMETTERE L’IDEA CHE SI VUOLE VOLTARE PAGINA


Ma il test principale sarà quello della riapertura e della ripartenza. L’Italia è probabilmente il Paese al mondo dove le attività economiche sono più regolamentate con una ragnatela di norme e adempimenti che non hanno uguale per numero, contraddittorietà e spesso pura cartacea inutilità. Ora gli obblighi da adempiere per la sicurezza sanitaria si aggiungono alla giungla rischiando di farla diventare impenetrabile e inestricabile. Visto che non si può rischiare sulla sicurezza sanitaria, è l’occasione per disboscare tutto il resto. Al contrario di quanto ha detto di recente il premier italiano, i momenti di crisi sono proprio quelli ideali per riforme radicali, perché nella crisi la prima vittima è la fiducia, e interventi che diano l’idea che si vuole cambiare radicalmente pagina possono risollevarla.

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GLI ESEMPI DEL PASSATO MOSTRANO CHE NELLE CRISI SERVONO RIFORME RADICALI


L’abolizione della scala mobile fu decisa nel 1984 nel mezzo di una crisi da inflazione che mangiava redditi e risparmi, eliminando un tabù considerato intoccabile, ma che aveva il difetto di alimentare una crescita dei prezzi al 20%. Il risultato furono 5 anni di crescita del PIL all’americana. Anche la rivoluzionaria riforma delle pensioni del governo Dini nel 1995 fu decisa nel mezzo di una crisi gravissima, con la lira oggetto di violente speculazioni e Btp e Cct che non si riuscivano a collocare sul mercato se non a tassi ‘argentini’. Grazie a quella riforma venne spianata la strada per l’ingresso nell’euro, che comportò per l’Italia l’abbattimento del costo del debito pubblico da livelli da stato sudamericano sull’orlo del default a livelli tedeschi. Purtroppo quel risparmio straordinario negli anni successivi fu dissipato in spesa pubblica irresponsabile invece di essere impiegato per riportare il debito a un livello più sostenibile.


BOTTOM LINE


Il giudizio di investitori e mercati sull’Italia esce dalla fase di sospensione. I mesi estivi saranno cruciali e il termometro saranno la Borsa e lo spread dei Btp. Se non ci fosse una gestione efficace e credibile della transizione fino alla ripartenza, la sentenza potrebbe essere senza appello. Bisogna cambiare musica, se necessario cominciando dai suonatori.
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