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Perché adesso gli investitori sono preoccupati per l’inflazione

Mentre i risultati di un'accesa elezione di mid term non hanno influenzato più di tanto Wall Street, è bastato un dato dell’inflazione all’ingrosso (prezzi alla produzione) superiore alle attese a far scendere gli indici.

13 Novembre 2018 09:57
financialounge -  dazi donald Trump Federal Reserve inflazione prezzi all'ingrosso Wall Street

L’esito delle elezioni statunitensi di mid term non ha prodotto alcun impatto significativo su Wall Street forse anche perché sono state rispettate le previsioni della vigilia che assegnavano la Camera dei Rappresentanti ai democratici e il Senato ai repubblicani. Al contrario, i dati sui prezzi alla produzione, che potremmo definire l’inflazione all’ingrosso, hanno sorpreso al rialzo le stime di consenso e preoccupato gli operatori di Wall Street.

L'indice grezzo dei prezzi alla produzione (PPI) su base annuale a ottobre è balzato a quota +2,9%, contro il +2,6% di settembre e il +2,5% del consenso: anche quello core (che esclude energetici e alimentari) si è attestato su base annua al 2,6%, superando sia il consenso (2,3%) e sia il dato del mese di settembre (+2,5%).

PREZZI DEL GAS E DAZI DI TRUMP


Dati che venerdì 9 novembre hanno fatto virare al ribasso sia l’indice S&P500 (-0,9%) e sia soprattutto il Nasdaq Composite (-1,65%). In base all’esame degli analisti l'aumento dei prezzi alla produzione è stato determinato dal rialzo dei prezzi del gas e dall'incremento dei costi per le forniture industriali, forse una conseguenza dei dazi amministrativi di Trump sull'acciaio e sulle altre merci straniere. I mercati potrebbero subire un'altra scossa questa settimana dopo che sarà resa nota l'ultima lettura sull'inflazione al livello delle famiglie: infatti, anche l'indice dei prezzi al consumo, previsto per mercoledì, è stimato in forte aumento ad ottobre.

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PERCHÈ GLI INDICI DI BORSA SCENDONO


Dal momento che un'inflazione più alta significa tassi d'interesse maggiori e, a cascata, una crescita economica più lenta e profitti aziendali in contrazione, è fisiologico che gli indici di Borsa scendano. Tuttavia, sebbene i prossimi dati sui prezzi al consumo sembrano destinati a disegnare una brusca traiettoria al rialzo, il sollievo sembra imminente.

IL PICCO DEL PETROLIO È ALLE SPALLE


Per prima cosa, il picco dell'inflazione a ottobre potrebbe diminuire già questo mese. Il prezzo del petrolio, una componente importante sia per i prezzi alla produzione che quelli al consumo, è precipitato al di sotto dei 60 dollari al barile dopo aver superato i 76 dollari all'inizio di ottobre: questo crollo apparirà presto nei numeri dell'inflazione. Secondo il capo economista Chris Low di FTN Financial, con le quotazioni del greggio in marcato calo, è sicuro che i dati del carovita di novembre e di dicembre saranno migliori rispetto a quelli di ottobre.

PIL USA AL 2,7% NEL IV TRIMESTRE


L'economia statunitense, nel frattempo, sta ancora crescendo rapidamente, sebbene in modo non altrettanto dinamico come in primavera ed estate. Le ultime stime degli economisti prevedono che il PIL statunitense rallenterà al 2,7% negli ultimi tre mesi dell'anno dal 3,5% del terzo trimestre e dal 4,2% del secondo trimestre. È però altrettanto vero che la spesa al consumo tende a seguire da vicino la crescita del reddito nel lungo periodo. Ora, dal momento che non sono solo le retribuzioni a salire, ma anche l'occupazione e le ore di lavoro, ecco che guardando al cosiddetto 'indice dei libri paga (che incorpora i fattori occupazionali, le ore lavorate e le retribuzioni) si nota che l’incremento degli ultimi 12 mesi ad ottobre è stato del 5,4%.

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L’OPINIONE DI POWELL


A questo proposito sarà interessante esaminare questa settimana le vendite al dettaglio negli Stati Uniti per verificare la tendenza dei segnali di spesa degli americani ad ottobre. In tutti i casi, quel che conterà è cosa pensa di tutto questo Jay Powell, il presidente della Federal Reserve. Finora, Powell ha perseguito un approccio graduale per l'innalzamento dei tassi di interesse, un approccio finora supportato da una crescita economica stabile e da un'inflazione stabile. Ma le cose potrebbero cambiare se il carovita dovesse accelerare.

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