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ESG

Investire è sempre più sostenibile, anche per gli istituzionali

 La Mercer European Asset Allocation Survey rivela che il 55% degli investitori istituzionali ora prende in considerazione i fattori ambientali, sociali e di governance (Esg) come parte delle proprie decisioni di investimento

di Chiara Merico 3 Luglio 2019 16:11

La sostenibilità è sempre più un tema centrale per gli investitori istituzionali europei: il 55% di essi, secondo l'indagine Mercer European Asset Allocation Survey 2019, ora prende in considerazione i fattori ambientali, sociali e di governance (Esg) nel momento in cui prende decisioni di investimento. Il dato è in sensibile crescita rispetto al 40% rilevato nel 2018.

UN CAMPIONE RAPPRESENTATIVO


Giunta quest’anno alla 17esima edizione, l’indagine analizza le tendenze di asset allocation dei grandi investitori istituzionali, fondi pensione in particolare; l’edizione 2019 ha coinvolto ben 876 portafogli europei, rappresentativi di 12 Paesi, per un totale di oltre mille miliardi di euro di attività. L’Italia rappresenta l’8% del campione, grazie alla partecipazione all’indagine di casse di previdenza (con un peso pari al 23%), fondi pensione (con un peso pari al 67% del campione) e fondazioni di origine bancaria (con un peso pari al 10%).

IN ITALIA PIACCIONO I FATTORI ESG


L’85% del campione italiano ha dichiarato di considerare i temi Esg nell’attività di investimento. Questo dato, in significativa crescita rispetto all’edizione precedente, è superiore a quello medio europeo, che si ferma al 55% (i dati 2018 si attestavano su valori meno importanti, pari al 56% e 40% rispettivamente).

RISCHI REPUTAZIONALI E NON SOLO


“Il rischio reputazionale tende ad assumere sempre maggiore importanza, come indicato dal 55% del campione italiano. Si tratta di un dato molto superiore al dato europeo, balzato anch’esso dal 18% del 2018 al 29%”, ha commentato Luca De Biasi, wealth business leader di Mercer Italia. “Il campione italiano è inoltre molto lucido rispetto al timore degli impatti finanziari che possono nascere dal non considerare i fattori Esg nella redazione di una politica di portafoglio, superando il dato europeo pari a 29%”.


ATTENZIONE ANCHE ALLA GESTIONE AZIENDALE


“L’attenzione agli impatti di portafoglio dei fattori Esg è uno sviluppo positivo per il mercato”, ha sottolineato De Biasi. “Notiamo poi un rinvigorito focus anche dal punto di vista della stewardship (gestione aziendale), con circa il 27% dei rispondenti alla survey che prendono in considerazione il proxy voting e le attività di engagement quando selezionano gestori di investimento. Un dato ancora maggiore per l’Italia, dove è pari a circa il 38%”.
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