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Andrea Delitala

Investimenti, Italia in primo piano ma attenzione anche a Cina e dollaro

Il dollaro sembra aver esaurito il suo rafforzamento ma nel breve resterà ben intonato, mentre, secondo gli esperti di Pictet AM, i prezzi delle azioni cinesi e degli asset italiani potrebbero aver già incorporato buona parte degli handicap.

17 Settembre 2018 09:40

Il mese di agosto e le prime due settimane di settembre hanno fornito agli investitori interessanti spunti di riflessione per le scelte di portafoglio da fare per i prossimi mesi. Il primo aspetto emerso è l’evidente divergenza di performance tra gli indici azionari statunitensi e quelli della zona euro. Tra il primo agosto e il 14 settembre, l’indice S&P500 di Wall Street ha messo a segno un rialzo del +3,5%, fissando i nuovi massimi di sempre, mentre l’indice Eurostoxx ha perso il 3,9%.

I TANTI FATTORI DI SOSTEGNO A WALL STREET


A favore dell’azionario USA hanno contribuito diversi fattori; dall’accelerazione della crescita ai solidi utili aziendali, dall’ottima intonazione del settore tecnologico (con l’indice Nasdaq composite in rialzo del 19,4% da inizio anno) ai flussi di buyback che, grazie anche alla riforma fiscale promossa dall’amministrazione Trump, hanno fornito un robusto sostegno alle quotazioni di Wall Street.

GLI HANDICAP EUROPEI


Sul versante europeo, invece, i segnali di rallentamento dell’economia, le preoccupazioni sulle implicazioni delle guerre commerciali e gli impatti delle crisi finanziarie della Turchia e dell’Argentina hanno spinto al ribasso gli indici di mercato.

TENSIONI SUI MERCATI EMERGENTI


Restando nell’ambito dei mercati emergenti, se è vero che le situazioni di singoli paesi (come per l’appunto quelle di Ankara e Buenos Aires) sono da considerare delle eccezioni, è altrettanto vero che il rialzo dei tassi americani, il dollaro forte e le guerre commerciali stanno continuando a fare pressioni sugli asset dei paesi in via di sviluppo. A conferma di quanto sia ancora significativa l’avversione ai mercati emergenti c’è da segnalare che neppure l’accordo tra USA e Messico per rivedere il trattato commerciale Nafta è stato sufficiente a riportare una maggiore serenità per gli investitori.

DOLLARO ANCORA TONICO A BREVE TERMINE


Alla luce di questo contesto, Andrea Delitala, Head of Investment Advisory di Pictet Asset Management, e Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management, nel loro aggiornamento sulla strategia di investimento di settembre partono proprio dagli Stati Uniti per tracciare la prima considerazione.
“La curva dei rendimenti USA (la differenza tra i rendimenti dei Treasury a 2 e a 10 anni) è sempre più piatta (circa 0,2%) e questo sembrerebbe indicare che la fase di rafforzamento del dollaro sia in via di esaurimento, come testimonia anche il numero di rialzi della FED nei prossimi 2 anni (circa tre) incorporati nelle attuali quotazioni” spiegano i due esperti. I quali, tuttavia, ritengono improbabile nel breve termine (1-3 mesi) un cambio di rotta significativo.

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PIÙ COSTRUTTIVI SULL’AZIONARIO CINESE


Andrea Delitala e Marco Piersimoni si dichiarano invece più positivi sull’azionario cinese, dove una parte significativa del rallentamento macro e delle tensioni commerciali tra Washington e Pechino sembra essere già inclusa nei prezzi correnti. Un approccio  costruttivo pur sapendo che a breve potrebbe entrare in vigore una nuova serie di tariffe decise da Trump: la banca centrale cinese sembra infatti pronta a garantire, come efficace contromossa, maggiore liquidità al sistema. Infine, uno sguardo in casa nostra.
“Le discussioni sulla legge di bilancio italiana sembrano aver preso, a giudicare dalle indicazioni preliminari di inizio settembre, un tono costruttivo. Se così fosse, un deficit di bilancio sul 2019 su livelli di poco superiori al 2% (ovvero poco al di sopra dei 30 miliardi) potrebbe agevolare un rally significativo per i titoli di stato italiani e, a cascata, per gli attivi di rischio correlati (settore bancario, Piazza Affari e azionario euro)” puntualizzano i due esperti.
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