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Banca Popolare di Vicenza

Intesa-banche venete, da un rischio potenziale a una situazione vincente per tutti

Il possibile salvataggio delle banche venete potrebbe risolvere una situazione critica per il sistema bancario con benefici anche per Intesa Sanpaolo.

23 Giugno 2017 09:28
financialounge -  Banca Popolare di Vicenza BPVI Credit Suisse Intesa Sanpaolo Veneto Banca

Mentre il Tesoro sta lavorando ad una bad bank da 20 miliardi per includere tutte le attività (non performing loan, inadempienze, crediti deteriorati) che sarebbero estrapolati dalla banche venete per renderle cedibili, secondo gli analisti della divisione equity research di Credit Suisse il possibile intervento di Intesa Sanpaolo, disposta a salvare la Banca Popolare di Vicenza (BPVI) e Veneto Banca, potrebbe rappresentare una situazione win-win (vincente per tutti) sia per Intesa Sanpaolo e sia per le altre banche italiane (evitando il rischio sistemico).

Il CEO di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha dichiarato che l’istituto è disposto ad acquistare determinate attività e passività e i rapporti giuridici di BPVI e Veneto Banca a un prezzo simbolico (€ 1), purché i relativi termini e condizioni garantiscano che, a livello giuridico e regolamentare, l'operazione risulti completamente neutrale in termini di rapporto CET1 (il principale indicatore di solidità patrimoniale di una banca) e di politica dei dividendi di Intesa Sanpaolo: viene inoltre escluso qualsiasi aumento di capitale per l'Istituto guidato da Carlo Messina.

Deve essere messo in campo un ‘quadro legislativo’ che garantisca inoltre Intesa Sanpaolo con una copertura dell'integrazione e razionalizzazione delle spese, nonché la protezione contro rischi, obblighi e reclami contro Intesa Sanpaolo a causa di eventi avvenuti prima della vendita o relativi a attività/passività o relazioni non incluse tra quelle trasferite.

Già oggi il consiglio dei Ministri potrebbe deliberare un decreto legge ad hoc per estendere l’uso dei 20 miliardi destinati per il fondo salva banche, per ampliare il fondo esuberi e per azzerare i rischi dell’operazione. Sono peraltro esclusi dal perimetro dell’acquisizione da parte di Intesa Sanpaolo i crediti deteriorati, quelli in bonis ad alto rischio e le obbligazioni subordinate. Attività queste che confluirebbero nella bad bank che dovrebbe essere costituita ad hoc per incorporare tutte le attività critiche di BPVI e Veneto Banca.

Se l’operazione andrà in porto non sarà necessario l’apporto di capitale privato per 1,25 miliardi richiesto dalla UE per il salvataggio delle due banche venete, il sistema bancario italiano risolverà in modo lineare un potenziale problema ‘sistemico’ e, secondo gli analisti di Credit Suisse, Intesa Sanpaolo potrebbe beneficiare di una ulteriore accelerazione degli utili per azione (eps) nel medio lungo termine.
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