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Candy Crush

International Editor's Picks - 24 febbraio 2014

24 Febbraio 2014 09:27
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Meno di due mesi fa la business community mondiale riunita sulla nevi di Davos aveva lanciato segnali positivi sul 2014. Ora arriva la conferma. L’FT di venerdì 21 febbraio riporta i risultati del Global Business Barometer, un sondaggio condotto su oltre 1,500 executive in tutto il mondo. La metà si aspetta condizioni economiche planetarie “migliori o molto migliori” nei prossimi sei mesi, con un aumento dell’8% rispetto a fine 2013. Passando dal macro al micro, quelli che si aspettano che il proprio business migliori salgono al 60%. Pochi dubbi su chi sarà il locomotore che trainerà la ripresa: il 52% indica gli Stati Uniti, la Cina viene dopo. Tutto bene? Quasi. Alla domanda sulla crisi dell’euro il 53% risponde che non è ancora finita.

L’Europa non è la sola Unione a far fatica. Sull’altra sponda dell’Atlantico il NAFTA (North America Free Trade Agreement, una specie di mercato unico tra Canada, US e Messico) compie vent’anni e ha un problema simile a quelli del Vecchio Continente: la ruota Sud non gira. Il Wall Street Journal analizza perché, e arriva a conclusioni che ci ricordano qualcosa. Il problema dei problemi del grande paese oltre il Rio Grande si chiama produttività. È troppo bassa perché i salari possano crescere e per reggere la competizione con la Cina. E se i salari non salgono sale la pressione dei migranti verso Nord, peggiorando i rapporti con i due partner che stanno a Ottawa e Washington. Il NAFTA non ha la moneta unica e il Messico può sempre svalutare il suo peso, ma non serve a tirarlo fuori dalla palude. Forse l’euro con la crisi dell’euro c’entra poco.

La notizia che Facebook si compra WhatsApp per 19 miliardi di dollari è finita giustamente in prima pagina anche sui giornali italiani. Quella che Candy Crush vale 5 miliardi di dollari invece è rimasta nascosta, ma non su FinanciaLounge del 19 febbraio. E anche alcuni grandi giornali internazionali come l’FT hanno deciso che meritava il posto d’onore in prima. Perché è così importante? Candy Crush è un giochino da smartphone, si fanno punti incastrando un puzzle di caramelline. Ogni giorno lo usano 93 milioni di persone al mondo. Ed è praticamente l’unico vero asset in pancia alla società che lo ha creato e lo distribuisce, la britannica King, quella che vuol quotarsi a New York. Oggi fattura $ 600 milioni a trimestre e fa utili per poco più di 100. Vuol lanciare in primavera un’IPO da 500 milioni che la valorizza a 5, qualcuno dice 7 miliardi, sempre di dollari. Una pazzia? Oppure l’inizio di un trend che annusa la formidabile spinta data all’industria del gaming entertainment dalla rivoluzione del Mobile?

Effetti collaterali. Il Jumpstart Our Business Startups (JOBS) Act firmato da Obama nel 2012 toglie, tra molte altre cose, il divieto di far sollecitazione generica del pubblico risparmio. Ora, leggiamo sul New York Times, la SEC ha fatto diventare effettivo il provvedimento, che apre la strada a spot, anche in tv, per attirare investitori retail in fondi e altri strumenti finanziari. E chi sono i primi ad approfittare della nuova opportunità? Hedge funds! Il primo a partire ha pronto uno spot che ritrae uno snow-boarder pronto a lanciarsi da una vetta scoscesa, la tagline dice: “performing in all conditions”. Non mancano le critiche: vendere hedge funds come dentifricio può essere pericoloso, sono prodotti difficili da capire, potrebbero finire in mani di investitori poco preparati e non attrezzati per correre rischi complicati. Ma c’è anche chi invece approva. Se ti esponi in tv o su Youtube davanti a milioni di spettatori dovrai essere molto più accurato e dettagliato nel rendiconto delle tue scelte di investimento.

Dai giornali e dai blog finanziari americani del weekend dopo che sono state rese pubbliche, dopo i 5 anni previsti, le trascrizioni integrali delle riunioni della Fed del 2008. Settembre, Lehman è saltata, i mercati sbandano paurosamente, ma la Fed fa fatica a capire fino in fondo la gravità della situazione. Ci si chiede se ci saranno conseguenze sull’economia reale (!). A questo punto interviene Janet Yellen, oggi a capo della banca centrale e allora governatore della Fed di San Francisco: “i miei contatti dicono che la gente ha cominciato a tagliare le spese discrezionali. Per esempio, i chirurghi plastici e i dentisti di East Bay dicono che i pazienti rinviano gli interventi più costosi. Nei ristoranti più cari non c’è bisogno di prenotare. Al Silicon Valley Country Club, iscrizione da $250,000 e sette-otto anni di tempo per entrare, in lista d’attesa ci sono appena una dozzina di domande.” I colleghi la prendono per una battuta divertente. Invece era la previsione puntuale che la tempesta si sarebbe abbattuta, eccome, sull’economia reale. Sembra che siamo in buone mani.

C’è una professione che dovrebbe creare un quarto di milione di nuovi posti di lavoro in America nei prossimi 10 anni. Quale? Quella di advisor finanziario specializzato in pensionati benestanti. Lo sostiene Forbes nel suo ultimo e-book, il terzo titolo di quest’anno, che non a caso si titola: “la carriera più calda a Wall Street: il wealth doctor”, vale a dire il medico del benessere, ovviamente finanziario. I baby boomer vanno in pensione, e hanno bisogno di advice per gestire quello che hanno accumulato nella vita lavorativa. Sono infatti arrivati al punto dell’how to spend it dopo decenni di how to make it in vista della terza età. Forbes osserva che l’età media degli advisor finanziari è relativamente alta, 51 anni, mentre solo il 5% ha meno di trent’anni. Gli advisor attivi in USA oggi sono 316.000, ne serviranno molti di più nei prossimi anni ma ce ne saranno sempre meno, perché in parte sono baby boomer anche loro e man mano vanno in pensione. Insomma, un’occasione da non sprecare per giovani di talento in cerca di occupazione ben remunerata. Forse sarebbe il caso di fare qualche studio anche da noi sul fenomeno e iniziare a immaginare una specializzazione più articolata del mestiere di consigliere finanziario.
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