Contatti

energia rinnovabile

International Editor's Picks - 03 febbraio 2014

3 Febbraio 2014 09:00
financialounge -  energia rinnovabile fiat germania google International Editor's Picks lenovo motorola Prokon toyota
Via col Vento! È il titolo a tutta pagina dell’edizione internazionale in inglese del settimanale germanico Spiegel. Gli investimenti in rinnovabili erano ritenuti sicuri con gli operatori dei parchi eolici che promettevano ritorni di oltre il 20 per cento. Promesse che si sono rivelate spesso illusorie tanto che molti investitori hanno perso non solo il lauto guadagno, ma anche il capitale. Il giornale fa il caso della Prokon, un produttore di rinnovabili della Germania del Nord che aveva raccolto investimenti per 1,4 miliardi di euro con la promessa di un ritorno minimo del 6 per cento l’anno o in alternativa il rimborso del capitale. È finita con la dichiarazione di bancarotta e 75.000 azionisti lasciati – è il caso di dirlo – al freddo.
22 maggio 2012: Google compra Motorola per 12,5 miliardi di dollari. 29 gennaio 2014: Google vende Motorola a Lenovo per 2,9 miliardi, sempre di dollari. Domanda: ma a Mountain View sono andati fuori di testa? Non proprio. La spiegazione la troviamo in una accurata ricostruzione sul blog finanziario del NY Times. Quando fu comprata da Google, Motorola aveva in cassa 3 miliardi liquidi più circa un altro miliardo in crediti d’imposta. Questo porta già il prezzo d’acquisto a circa 8,5 miliardi. In seguito Google ha venduto la divisione set-top box di Motorola a Arris per quasi 2,4 miliardi. Il conto del prezzo effettivo pagato scende ancora, a circa 6,1 miliardi. Togliamo ancora quanto incassato con la vendita a Lenovo e scendiamo a 3,2 miliardi, molto meno dei 9,6 miliardi di minusvalenza stimata all’inizio ma pur sempre una bella cifra. Non esattamente, ci spiega il blogger newyorkese: nel 2012 Google ha dichiarato che i brevetti e le tecnologie Motorola, rimaste fuori dall’asset poi venduto, erano valutati 5,5 miliardi. No, non era una perdita, ma una bella plusvalenza. A Mountain View i conti li sanno ancora fare.
La Fiat che impalma Chrysler e prende casa in Olanda, paga le tasse a Londra e si quota a New York non è l’unica notizia importante della settimana per l’industria globale dell’auto. Su USA Today si apprende che Honda, la casa giapponese che da più di trent’anni produce automobili in America, per la prima volta nel 2013 ha esportato dagli USA più auto di quante ne abbia importate nel paese dal Giappone. Honda ha fabbriche in Ohio, Indiana, Alabama e Georgia da cui esporta modelli in oltre 50 paesi in America Latina, Africa e Medio Oriente. E così abbiamo uno dei tanti paradossi virtuosi della globalizzazione: dopo decenni di terziarizzazione le economie avanzate, come gli USA, stanno in una certa misura re-industrializzandosi. E lo fanno anche grazie al contributo produttivo della grande industria giapponese, come Honda e Toyota, che quando sbarcò in America negli anni Ottanta fu accolta con scetticismo se non ostilità.
A proposito di re-industrializzazione, su Forbes si può leggere che tornano di moda le tute blu, in America più corteggiate dei colletti bianchi. E fa la classifica delle città che offrono i salari più alti agli operai (Houston è in testa), quelle che una volta si facevano per la middle-upper class in via di estinzione. Secondo Forbes c’è un vero e proprio revival di industrie che pagano salari alti alle tute blu in molte aree metropolitane. Dal 2007 al 2013 questo fenomeno è stato particolarmente evidente nell’oil and gas nel minerario, nelle costruzioni, nel manifatturiero, nei trasporti, nel commercio all’ingrosso, nella gestione dei rifiuti. In questi settori oggi gli stipendi medi delle tute blu sono a quota 58.000 dollari l’anno con punte di 100.000 nell’oil and gas. Per fare un paragone, nel commercio al dettaglio le paghe medie per non laureati sono intorno ai 27.500 dollari e nei servizi alimentari come fast food si scende a 16.000. E, sempre per le tute blu, aumenta anche l’occupazione: sono 31,3 milioni, più 1,3 milioni dal 2010.
Share:
Trending