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Il settore enogastronomico italiano conquista il mondo

1 Agosto 2014 10:00
financialounge -  cina eataly italia medio oriente settore alimentare settori USA
Un assedio di colori, profumi e sapori mai sperimentati prima: la regione Marche parte alla conquista del mercato eno-gastronomico cinese sfoderando le sue armi più voluttuose. Olive ascolane, brodetto di pesce fanese, maccheroncini di Campofilone, casciotta di Urbino: sono solo alcuni dei piatti tipici della tradizione adriatica, che dalla scorsa settimana si possono assaporare presso il ristorante-store "Marche", inaugurato a Dalian, città marittima della provincia di Liaoning che conta 6,2 milioni di abitanti ed è nota per essere particolarmente attenta alle mode e alle tendenze occidentali.

Il progetto è guidato dalla partnership tra la Regione Marche e il colosso asiatico della distribuzione Anywide, unico finanziatore dell’operazione, e dà vita alla prima piattaforma enogastronomica e culturale, un ponte tra due realtà lontane e profondamente differenti che fa leva sulle tematiche del settore alimentare e culinario, promuovendo al tempo stesso il territorio marchigiano e le aziende locali.

La Regione, infatti, fa da catalizzatore per la valorizzazione dei prodotti attraverso il coordinamento delle aziende del territorio e, a poco più di un mese dall’apertura, sono già 15 le società rappresentate nel restaurant-store di oltre 400 metri quadrati. Se il modello di business dovesse avere il successo sperato, la regione italiana potrebbe proseguire nello sviluppo del progetto attraverso l’apertura di nuovi punti in Oriente e Medioriente.
A confermarlo è lo stesso Gian Mario Spacca, Presidente della Regione Marche, che si dice già al lavoro in questo senso grazie anche al consenso dimostrato dal partner internazionale che prevede l’apertura di altri 8 centri in Asia entro il 2015.
Ad oggi l’operazione sta riscuotendo il favore del pubblico grazie alla qualità dei prodotti e all’abilità dei cuochi, direttamente selezionati dallo chef stellato Lucio Pompili. Ma questa cooperazione potrebbe viaggiare su binari paralleli, attraverso una nuova collaborazione nel settore socio-sanitario, in cui il colosso asiatico già opera.

Il brand “Marche Italy culture and restaurant” si inscrive in un processo più ampio e generalizzato, ricercabile nei concetti di biodiversità, consapevolezza alimentare, sostenibilità produttiva e origine controllata. Un’evoluzione illuminata - ed incredibilmente profittevole - che fa diversi passi indietro e riprende alcune modalità di coltivazione e produzione non intensive nell’ambito del settore agricolo.
Negli ultimi anni il settore enogastronomico mondiale è fortemente influenzato da un ritrovato interesse verso le tematiche natura etica e salutistiche, e sempre più vicino alla nanosettorialità.

“Marche” non ha dovuto fare altro che cavalcare l’onda, riprendendo il format di successo introdotto da Eataly. La società fondata nel 2007 da Oscar Farinetti continua il suo sviluppo, puntando sulle eccellenze italiane, ponendo grande attenzione alle differenti caratteristiche regionali che compongono la penisola italiana. Lo store aperto a New York è un esempio che fa capire l’interesse del pubblico verso questo tipo di business: ogni giorno quasi 100.000 persone entrano nel negozio e di queste circa 25.000 usufruiscono del ristorante di matrice italiana, per un fatturato annuo di 75 milioni di dollari.

Un risultato che offre anche grande visibilità alle oltre 1000 aziende alimentari fornitrici della catena cult del momento, che presto avranno la possibilità di far conoscere i propri prodotti ad un pubblico sempre più vasto grazie alle prossime aperture previste a San Paolo, Mosca, Los Angeles, Boston, Washington ed il secondo store a New York.
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