Contatti

Eurozona

Il ritorno in Europa dei prime money market fund

5 Novembre 2012 08:00
financialounge -  Eurozona fondi comuni aperti fondi comuni chiusi fondi monetari livello di rischio Mario Draghi settore bancario stabilità titoli di stato
I primi dieci money market fund (i cosiddetti prime money market fund o MMF che pesano per 650 miliardi di dollari di masse gestite) stanno aumentando la loro esposizione alle banche dell’Eurozona, dopo il brusco calo avviato nella seconda metà del 2011. Lo rileva Fitch Ratings che segnala a fine settembre un aumento del 16% rispetto al mese precedente, registrando il terzo consecutivo aumento mensile.

Un dato che indica un ritorno di fiducia nella stabilità dell’Unione monetaria europea. E che è stato aiutato dalla discesa in campo di Mario Draghi (per preservare l’euro la Bce farà tutto il necessario, ha detto a fine luglio), seguito poi dal varo di un nuovo programma di acquisto sul mercato secondario di bond sovrani dei Paesi sotto scatto spread (chiamato Omt). Che il clima sia migliorato lo indica anche il dato sui depositi delle banche spagnole che, ha segnalato Banca d’Italia, sono aumentati per la prima volta negli ultimi sei mesi.

I money market fund sono fondi comuni di investimento mobiliare nati con l’obiettivo principale di salvaguardare il capitale dei risparmiatori dall’attacco dell’inflazione e sono composti da attività a breve o brevissima scadenza e il più possibile sicure. Per Fitch comunque l’aumento di settembre è da considerarsi come un leggero miglioramento piuttosto che una inversione di tendenza dei livelli raggiunti nel 2011, quando si è verificata la forte flessione degli investimenti nelle banche europee.

Questi fondi infatti hanno la capacità di ridurre la propria esposizione molto velocemente quando ci sono problemi di credito. In ogni caso Fitch rileva che proprio per questo i money market fund sono allo stesso tempo buoni indicatori precoci dei trend del mercato. Nonostante l’aumento di settembre l’esposizione alle banche dell’Eurozona rimane comunque bassa, meno dell’11% del totale degli asset dei fondi, contro un picco del 30% nel maggio 2011.
Share:
Trending